Bologna, 13 novembre 2010 - IL PRESIDENTE del consorzio dei vini dei Colli Bolognesi, Francesco Cavazza Isolani, sottoscrive senza riserve la lettera aperta di Francesco Lambertini pubblicata due giorni fa dal Carlino sul tema della stroncatura dei vini nostrani da parte del Gambero Rosso.


Nonostante la valutazione positiva confermata per la sua Tenuta Bonzara, l’ex presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino e del Consorzio vini Colli Bolognesi ha comunicato al curatore nazionale dei Vini d’Italia 2011, Daniele Cernilli, l’intenzione di non inviare più le sue bottiglie ai diversi gradi di selezione previste dalle procedure del Gambero Rosso. Il tutto marcando l’assoluto (e anche ironico) dissenso dall’acida bocciatura replicata dal curatore regionale della guida, Giorgio Melandri, rivolta in generale ai vini del comprensorio bolognese nel quale ‘salva’ e segnala solo sei cantine (erano 14 fino a due anni fa). Un’operazione complessivamente controproducente anche per tutta la nostra regione che viene clamorosamente dimenticata dallo stesso editore (fresco di divorzio da Slow Food) nell’elenco delle regioni d’Italia riportata nel retro di copertina.
Di fronte al ripetersi di un copione già visto lo scorso anno, e confermato anche nella guida appena uscita, Francesco Cavazza Isolani annuncia le contromosse.
 

Presidente, cosa farete?
«Condivido in toto la lettera di Lambertini. Scriverò ai soci del Consorzio invitandoli a fare la stessa scelta e sospendere ogni invio dei campioni al Gambero Rosso».
 

Anche lei fra i bocciati?
«No. Perché la nostra cantina ha fatto da anni la scelta di non inviare i vini a questa guida.
 

Qualcuno potrebbe pensare che fate questa mossa come reazione di fronte ad una bocciatura...
«Il signor Melandri, lo scorso anno, di fronte alle nostre rimostranze disse giustamente che lui scrive quello che vuole. Ovvero ha rivendicato una libertà che nessuno mette in discussione. Noi dal canto nostro rivendichiamo la libertà di critica. Perché poi qualcuno dovrà domandarsi perché i nostri vini vengono ben valutati da tutte le altre guide, vanno a concorsi prestigiosi e raccolgono riconoscimenti importanti. Mentre per il Gambero Rosso, esattamente da quando (due anni fa) cambia il referente regionale, perdiamo la metà delle segnalazioni e diventiamo oggetto di una stroncatura esplicita ed evidentemente compiaciuta. Insomma arriva il signor Melandri e noi diventiamo tutti (o quasi tutti) improvvisamente incapaci di fare il vino... Come ha ben scritto Lambertini vogliamo dare una mano al ‘pietoso ufficio’ di Melandri sollevandolo dal compito di assaggiare i nostri vini. E questo non vuol dire che non pensiamo di dovere ancora migliorare».
 

Davvero una guida può fare tanto danno ai produttori bolognesi?
«Non credo si possa quantificare un danno che comunque certamente si ripercuote sull’immagine dei vini di Bologna. Certo è che negli anni il Gambero Rosso si era guadagnato una sua fama fra le guide. In realtà i consumatori sono sempre più preparati e prendono il giudizio delle tante guide con il giusto distacco. Qui però si tratta di difendere le nostre aziende. Di proteggere il lavoro, l’occupazione, l’immagine e la posizione faticosamente conquistata in decenni di investimenti e progressi».
 

Pensa che i produttori di Bologna seguiranno il suo consiglio?
«Io francamente penso di sì. La coesione forse non è propriamente una qualità nella quale eccelliamo. So che Lambertini ha ricevuto molti attestati di stima e di incoraggiamento. I nostri soci sanno che io ero per impostare un’azione di protesta decisa già lo scorso anno. Ho ricevuto sollecitazioni in questo senso. Ora che la misura è colma spero proprio che si dia una dimostrazione di unità.