Bologna, 22 novembre 2010 - Nell’ambito dell’operazione della polizia di Bologna sono state emesse ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro albanesi e tre rumeni (tra cui una donna) di età compresa tra i 21 e i 30 anni per il reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Nella stessa indagine figurano anche tre obblighi di dimora nel Comune di Bologna per altrettanti italiani, tra cui un avvocato penalista ed un ex guardia giurata.


L’indagine è partita nel maggio 2009 grazie alla denuncia di una prostituta che raccontò di aver subito in diverse occasioni, mentre si trovava in via Stalingrado (nella periferia della città) minacce ad opera di due albanesi i quali esercitavano il controllo del territorio in quella zona.


Altre testimonianze (tra cui quella di una prostituta italiana che è riuscita a sfuggire ai suoi aguzzini) hanno condotto gli investigatori ad individuare uno dei capi dell’organizzazione: un albanese ventunenne, Olger Beshiri, riuscito a sfuggire ad una prima retata del 16 novembre scorso ma finito in manette 4 giorni dopo trovato accucciato in un pertugio ricavato all’interno di un appartamento nel centro di Bologna. I suoi complici, i connazionali Blerim Voka, 30anni, e Albert Ndreu di 26 anni (già detenuto) sfruttavano alcune donne che venivano costrette a prostituirsi in alcuni appartamenti a Bologna, in via dell’Unione (nel centro città) e in via Battindarno (nella prima periferia). Il Voka era noto alla polizia perchè rimase ferito durante un conflitto a fuoco nel 2007 in via Irnerio e all’epoca sfruttava già 6 donne.
 

L’arresto dei responsabili di quel tentato omicidio da inserirsi in una guerra interna di bande per il controllo del territorio probabilmente liberò la strada all’albanese e ai suoi complici per una crescita ulteriore della loro attività criminale. Al 30enne si contesta anche la ricettazione ed il porto abusivo di arma da sparo perchè è stato trovato in possesso di una pistola rubata e di alcune munizioni. Il Voka si occupava anche di reperire all’estero nuove donne da sfruttare. In un’occasione, hanno ricostruito gli agenti, una ragazza neo maggiorenne era stata prelevata in Romania e poi consegnata in Italia, allo stesso albanese, in cambio di un auto di grossa cilindrata. Gli altri arrestati sono: Mihaela Ailoaie, 28 anni, Aurel Constantin Balint di 21 anni, Vladut Negura di 22 anni, tutti rumeni e Ardit Qokthi albanese di 26 anni.
 

Nella vicenda sono coinvolti anche tre italiani. Tra i più insospettabili, A.B. un avvocato penalista di 39 anni accusato di favoreggiamento della prostituzione perchè, secondo quanto risulta dalle indagini, a bordo della sua auto, durante la notte, si prodigava ad accompagnare diverse prostitute da casa al luogo di lavoro. In cambio riceveva piccole somme di denaro (5 euro a viaggio) o prestazioni sessuali gratuite. L’avvocato in passato si era occupato della difesa legale di alcune prostitute. Dovranno rispondere, invece, di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione un ex guardia giurata di 28 anni, M.M.
accusato di reperire le prostitute da collocare negli appartamenti di U.G. figlio del proprietario delle abitazioni di via dell’Unione. Quest’ultimo, nonostante le continue lamentele dei vicini di casa, continuava ad affittare le tre camere da letto del civico nove a 3mila euro al mese percepiti in nero.
Nell’ambito dell’operazione sono stati arrestati in flagranza di reato anche un senegalese ed un marocchino per spaccio di sostanza stupefacente.