Bologna, 18 dicembre 2010 - «DUE giorni, datemi ancora due giorni». Questo ha detto Gianni Consorte davanti alla sede di Intermedia, ieri pomeriggio intorno alle 15, quando ormai era chiaro che il cda e la conseguente ricapitalizzazione del Bologna non ci sarebbe stata. Perché no? Porcedda aveva la febbre alta, probabilmente la febbre a 90°, come nel libro di Hornby. Nulla che non fosse stato messo in conto. Porcedda fugge dal teorema Consorte, che gli propone una resa onorevole: pareggia in tuoi conti e vattene. Il presidente fantasma resiste e prima di cedere cerca disperatamente alternative alla cordatona degli imprenditori bolognesi. Ormai è un uomo solo. Anche Silvino Marras, amministratore delegato, sembra averlo scaricato. Consorte li ha separati in casa, inducendo Marras a convocare il cda, al quale si è presentata Francesca Menarini, pronta a mettere sul tavolo delle trattative il 20% delle azioni, ma disertato dall’uomo che detiene l’80% delle azioni e la cui firma, per la cessione del club, è indispensabile. Porcedda pensa che Marras sia alleato con Consorte in cambio di una conferma nella prossima società. E’ fuori pista: Marras è un dipendente del Bologna e in quanto tale non licenziabile in tronco, ma Zanetti (Segafredo) e soci nomineranno il loro amministratore.
Marras è ondivago poco meno di Porcedda. Giovedì ha detto che l’affare si poteva considerare concluso e ieri si è contraddetto: «Non sento Porcedda da due giorni». Se non le parole di Porcedda, che cosa allora gli ha fatto pensare il giorno prima che il problema fosse ormai risolto? Poi nel primo pomeriggio di ieri Marras ha tentato di stravincere, spiegando che «questo non era affatto un cda». Il problema più concreto è la scarsa volontà che Porcedda ha di lasciare in pegno al Bologna il suo albergo di Carloforte. Per questo cerca alternative. Sabatini ha smesso di fargli da sponda dal momento stesso in cui chiede a Consorte un posto in cordata. Ma all’orizzonte c’è ancora la Barclay’s con il suo rappresentante Giulio Mongardi che avrebbe stretto un accordo con Vittorio Casale (costruttore) e con una ricca azienda comasca: i tre oggi andrebbero a Roma a perfezionare un accordo che sarebbe già abbozzato e soltanto da sottoscrivere. Questo nuovo gruppo sarebbe pronto anche ad accogliere Sabatini e il suo progetto di sinergizzare calcio e basket a Bologna.

SPUNTA anche il nome di Maurizio Mian, ex presidente del Pisa, attualmente uno dei soci forti della Carrarese. Proprietario del famoso pastore tedesco Gunther, l’erede di una dinastia di industriali farmaceutici sarebbe pronto a inviare una lettera d’intenti a Porcedda. Se l’affare andasse in porto, il presidente sardo con ogni probabilità rimarrebbe nella società.
A Consorte non preoccupano le manovre altrui, piuttosto la necessità di alzare il budget della sua cordata, per evitare di chiamare prematuramente in causa i giocatori, prospettando loro la possibilità di ridursi quello stipendio che non incassano dallo scorso luglio.
L’Ingegnere di Intermedia nelle ultime ore ha incassato l’adesione entusiasta di Gianni Morandi e spera ancora di coinvolgere altre stelle dello spettacolo e dello sport. Non solo: ha pure rinsaldato la sua cordata grazie al sì di altri due imprenditori (uno dovrebbe essere Gulio Romagnoli, patron della Fortitudo e re delle patate). Ricapitolando: la cordata è nata con undici adesioni, la più importante quella di Massimo Zanetti, pronto a sborsare subito 4 milioni e così facendo sicuro di avere la maggioranza relativa. Pochi giorni dopo l’esposizione del fiocco rosa sul portone di Intermedia, si è defilato Giorgio Giatti (Termal) e il numero degli imprenditori coinvolti era sceso a dieci. Ora è risalito a quota dodici. Poi ci sono le adesioni «esterne», come quelle dei vip e dei «bandieroni» bolognesi. L’idea di fondo è di andare in Federcalcio a presentare un progetto in grado dimostrare che tutta Bologna si è mobilitata per salvare la sua squadra. A Roma seguono la manovra con attenzione e con favore e la speranza di Consorte è di ridurre al minimo i punti di penalizzazione che, con il passare del tempo, rischiano di trascinare il Bologna sul fondo.

SE PORCEDDA non verrà prima a miti consigli, le date fondamentali per la sopravvivenza del club sono due: il 23 dicembre, giorno dell’assemblea dei soci e il 29 dicembre, giorno del cda ordinario, che precede la necessità di chiudere il bilancio della scorsa stagione (2009-2010), iniettando sei milioni di euro.
Da Liana Bertolazzi, portavoce di Intermedia, è arrivata, attraverso l’Ansa, la conferma dell’ottimismo mostrato da Consorte: «E’ tutto pronto. La parte formale è chiusa, completata. Adesso è necessario che venga approvato il bilancio, poi si può procedere». Va da sè: al passaggio di proprietà. Sempre che a Intermedia siano sicuri che il ‘certificato medico’ di Porcedda non è a tempo indeterminato.