BOLOGNA, 21 DICEMBRE 2010 - Due maestre della scuola materna comunale Manzini di piazza Giovanni da Verrazzano, a Bologna, sono accusate di “abuso dei mezzi di correzione e disciplina”: avrebbero schiaffeggiato, strattonato e, più in generale, sottoposto a punizioni eccessive alcuni bimbi. Contro di loro ci sono dei filmati ripresi dalle telecamere nascoste dai carabinieri, ma anche le testimonianze dei genitori di tre bimbi di 4 anni che hanno riferito agli investigatori i racconti scioccanti dei piccoli.
 

Dopo settimane di indagini e interrogatori dei genitori operatori che frequentano la Manzini, insieme alla Procura i carabinieri hanno deciso di contestare alla due maestre il reato di ‘abuso dei mezzi di correzione e disciplina’. Ma l’accusa potrebbe aggravarsi: “Se, come sembra, i metodi di correzione delle maestre sono sfociati in percosse o lesioni, saremmo di fronte a imputazioni più gravi, come la violenza privata continuata”, osserva l`avvocato Matteo Ciociola, che tutela la famiglia di uno dei bambini. Questa mattina, intanto, il Comune ha deciso di sospendere le due maestre indagate e di costituirsi parte civile nella vicenda.

 

INCONTRO DIRETTRICE-GENITORI

Rabbia, dispiacere, curiosita' e sconcerto. Sono questi i sentimenti emersi nell'incontro organizzato questo pomeriggio dalla direttrice del quartiere Navile Marina Cesari con i genitori della sezione della scuola materna Manzini, finita al centro di un'inchiesta giudiziaria per presunti
episodi di maltrattamenti su piccoli di quattro anni (il reato contestato a due insegnanti e' abuso di mezzi di correzione). Alla riunione, spiega Cesari uscendo, hanno partecipato i genitori di 20 su 24 bambini, tra cui alcuni di quelli che sarebbero stati protagonisti degli episodi.

"Una parte dei genitori erano portati a trovare una motivazione a quanto avvenuto, dunque orientati a una difesa delle insegnanti - spiega Cesari - una parte era molto arrabbiata, altri non sapevano che pensare. Abbiamo chiesto loro di costruire un patto per andare avanti insieme, perche' quello che conta e' il bene dei bambini". Paola Vassuri, responsabile dei Servizi educativi del Navile, "si e' messa a disposizione per colloqui mensili individuali con i genitori" dice Cesari, cosi' come ci saranno colloqui con le due nuove insegnanti. Poi "organizzeremo un
percorso di psicomotricita' da costruire con i genitori".

Su quello che e' accaduto, Cesari spiega come si e' mossa: "Il mio e' stato un giudizio di gravita' sulla base di quello che ho letto nell'atto giudiziario che mi e' stato consegnato da un genitore. Di qui la scelta di togliere le insegnanti da questa sezione a tutela dei bambini" dice Cesari. Le maestre si sono giustificate, in parte, dicendo che c'erano criticita' nella classe. Ma Cesari e' irremovibile: "Se anche c'erano problemi di ingestibilita' della classe, da parte delle insegnanti non ci possono essere azioni identificabili come reati. Per noi ci sono stati comportamenti non aderenti alla nostra offerta formativa".

 

UNA DELLE DUE MAESTRE: 'E' UN INCUBO' 

"Mi sembra di vivere in un incubo’’. Cosi’ si e’ espressa, confidandosi con il suo legale, l’avv. Roberta Marconi, una delle due maestre indagate a Bologna per abuso dei mezzi di correzione.  ''Vedendo gli atti, vedendo le sommarie informazioni, - ha detto Marconi - questa e' una storia sproporzionata, che e' stata ingigantita. L'adozione stessa del provvedimento del Comune lo dimostra. Le due maestre sono state sospese senza essere state mai sentite".

L'avvocato Marconi ha aggiunto: "Nella difficile situazione della classe la preoccupazione prevalente della mia assistita era di salvaguardare l'incolumita' dei bambini, che veniva messa in situazioni anche di pericolo, quotidianamente, da un bambino con forti disagi relazionali, salvaguardando anche l'incolumita' del bambino stesso. La mia assistita non ha mai abusato di mezzi di correzione. E' fortemente amareggiata per quello che sta subendo. Alle spalle ha 15 anni di insegnamento caratterizzati da un forte legame con i bambini. Le maestre avevano cercato di sensibilizzare tutti gli operatori della scuola, la pedagoga e la psicoterapeuta, per cercare di avere un sostegno. Tutto all'insegna della preoccupazione dell'affetto per questi bambini''. 

 

IL LEGALE DELL'ALTRA MAESTRA

Trovo che questa vicenda stia assumendo tonalita’ surreali, e’ montata una cosa spropositata, anche rispetto ai fatti che contesta il pubblico ministero”.
Cosi’ l’avvocato Alessandro Gamberini, che assiste una delle due maestre della scuola materna Manzini di Bologna che si ritrovano indagate per abuso di mezzi correzione. “L’imputazione della Procura e’ modesta, si parla di abuso di mezzi di correzione- prosegue il legale- che per capirci e’ il reato che si contesta a un babbo che da’ uno ‘scapaccione’ a suo figlio”. L’insegnante che assiste Gamberini ha 32 anni di anzianita’ alle spalle e i rilievi nei suoi confronti, spiega il legale, sono pochissime e circostanziate, nonostante i Carabinieri abbiano effettuato riprese nella scuola per due settimane intere.
 

“Le viene contestato - spiega Gamberini - di aver strattonato per la maglia, in due occasioni, un bambino che mordeva altri bambini in faccia e aveva manifestato in piu’ occasioni forme aggressive nei confronti di altri bambini. L’insegnante l’ha strattonato per spostarlo lontano. L’altra accusa si riferisce ad una bambina che mentre mangiava giocava col cibo: l’insegnante l’ha allontanata e fatta sedere in un tavolino da sola, per evitare che fosse da esempio ad altri bambini”. Ma, sottolinea con forza Gamberini, “le accuse sono tutte qui, tre in tutto, in un arco di due settimane in cui la materna era filmata 24 ore su 24”.
 

Per il Comune di Bologna, il cui direttore del personale oggi ha sospeso le due insegnanti, l’avvocato non usa mezzi termini: “E’ un comportamento che desta raccapriccio. Il Comune che non ha mai sospeso un proprio funzionario indagato per abuso d’ufficio e corruzione, ora si permette di sospendere su due piedi un’insegnante con 32 anni di anzianita’ per un’accusa limitata e al momento solo ipotetica”.

Gamberini si dice allibito per la decisione del Comune. “Si tratta di un’accusa modesta e in ogni caso il Comune ha preso questa decisione senza nemmeno ascoltare l’insegnante, che non e’ stata ancora sentita nemmeno dal pubblico ministero. Parliamo di ipotesi. Bisognerebbe interrogarsi su quello che sta accadendo” si sfoga il legale, tornando a ripetere che “gli episodi indicati come i piu’ gravi e i piu’ significativi” nell’avviso di fine indagine inviato dal pm Simone Purgato sono i tre spiegati sopra. Ora il legale valutera’ il da farsi per la difesa dell’insegnante, piu’ avanti chiederanno di essere ascoltati in Procura. “Credo saremo sentiti intorno al 20 gennaio” conclude Gamberini.
 

 

LA DIRETTRICE DEL QUARTIERE NAVILE

"La tutela dei bambini arriva prima di tutto”. E’ questo il concetto che da venerdi’ pomeriggio muove la direttrice del quartiere Navile, Marina Cesari, che solo quattro giorni fa e’ stata investita della ‘bufera’ dell’inchiesta della Procura di Bologna che vede due maestre, “entrambe con esperienza trentennale”, accusate di maltrattamenti (il reato e’ abuso di mezzi di correzione) nei confronti di bambini di quattro anni.
Stando a quanto ricostruito dai Carabinieri che hanno svolto le indagini (e ripreso con le telecamere i comportamenti delle insegnanti sotto accusa) alla materna Manzini i piccoli sarebbero stati schiaffeggiati o strattonati. Cesari e’ stata informata quando, venerdi’ pomeriggio, uno dei genitori dei tre bambini coinvolti le ha portato l’avviso di garanzia ricevuto (alle due insegnanti e’ invece giunto quello di conclusione delle indagini), con le accuse. Fino a quel giorno, Cesari non sapeva nulla o quasi di quello che stesse accadendo. L’unica avvisaglia era stata la convocazione dell’altra insegnante della sezione interessata dall’inchiesta (estranea alle accuse) per essere sentita come testimone. “Ma sara’ successo giovedi’ e non avevamo idea che fosse tutto gia’ arrivato a questo punto” dice Cesari.


Nella scuola c’e’ “sconcerto” dice Cesari, che pero’ usa anche molta cautela. Se e’ vero che i bambini vengono prima di tutto, Cesari ripete piu’ volte che deve “capire se davvero queste cose sono successe”. Oggi pomeriggio, intanto, la direttrice ha convocato per le 17.30 i genitori della classe interessata nella sede del quartiere, per parlare con loro. L’invito e’ stato fatto ieri mattina: all’arrivo a scuola, bambini e genitori sono stati accolti dalla pedagogista che ha spiegato loro l’accaduto.