Bologna, 10 gennaio 2011 - RESISTENZA. Quasi miracolosa: «Ci hanno fatto un regalo di Natale, quelli là», dicono Giuseppe e Francesca Rossi, a piedi in piazza Aldrovandi nella bruma del dopo pranzo. «Torneranno, ma per ora niente graffiti, ed è un’altra città», dicono. Fidanzatini, stretti in un abbraccio: «Ci piacerebbe scendere in strada e ripulire», dicono. Studiano a Economia, vengono da Parma. Perché da qui, da piazza Aldrovandi e da via Petroni, nel cuore della città, si parte con il monitoraggio. Ottanta giorni dopo cosa resta del No graffiti day organizzato dal Carlino? Il 23 ottobre, per la precisione, era stata la data della svolta per le vie Mazzini e Massarenti. E la risposta è rincuorante: i graffiti non sono tornati.

In centro, prima di tutto. Qui qualche scritta con il pennarello sulle colonne di via Petroni c’è. Ma d’altronde la zona deve essere nuovamente ripulita: i residenti sono già pronti ad armarsi di pennelli e vernici, mancano solo i dettagli. A maggio un gruppo di volontari era sceso in strada. Più si va verso piazza Aldrovandi, più il portico si ‘sbianca’. Nella piazza la situazione non è di perfezione, ma comunque buona: anche in questo caso è il pennarello ad aver ferito le colonne. Degli spray poche tracce. Ed è un successo: la sensazione è opposta rispetto al quadretto grigino e incivile che, fino a qualche mese fa, rendeva di Bologna una cartolina a tinte fosche.

MA IL DEGRADO era, pesantemente, anche approdato in via Massarenti. E qui, in una strada trafficata e ‘difficile’, a sorpresa non è tornato. Il 23 ottobre , il nostro giornale aveva lanciato una sfida, invitando i bolognesi a dire basta e a mobilitarsi in prima persona. Ecco dunque ‘Diamoci una mano’, iniziativa subito sostenuta da Ascom Confcommercio Bologna e dal Comune. Ed ecco il No graffiti day: il secondo, dopo quello di via Petroni. Quattro le squadre di volontari in campo (una cinquantina di persone, fra cui alpini, giovani dei Rotaract, poliziotti dell’Aeop), coordinate da tecnici specializzati e uomini Ascom, che avevano affrontato a colpi di rullo e pennello i muri di via Massarenti. Con loro anche Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc. E ora? In via Massarenti è tutto lindo: le A di anarchia son sparite (e non ricomparse). Lo stesso è accaduto per le colonne un tempo in preda a frasi, schizzi incomprensibili, tag (le firme dei writers), scarabocchi, sfregi, invettive politiche: tutto ripulito. Ma per quanto? «Speriamo ancora per tanto tempo. E se torneranno a imbrattare i muri — spiega Luigi Iacone, un residente della via Massarenti —, chiederemo di nuovo aiuto».
La situazione è identica in via Mazzini: lì i tecnici del Cires (il consorzio specializzato cui era stata affidata l’a puilzia) avevano ripulito un chilometro di muri intorno alla sede centrale di Emil Banca, che aveva voluto e finanziato questo intervento. E oggi la situazione è ancora buona.

NELLA ZONA dello stadio, in via Andrea Costa e piazza della Pace, il lavoro fatto dagli alpini ancora regge. Un ragazzo fa jogging col cane, due nonni passeggiano tranquilli: «E’ bellissimo, era da tanto tempo che il decoro non resisteva così tanto», raccontano. ‘Diamoci una mano’ viene accolta a braccia aperte da residenti e commercianti. Che, però, chiedono più controlli per prevenire ulteriori imbrattamenti. L’Ascom ha lanciato di recente un progetto sicurezza che prevede anche telecamere esterne ai negozi. «La sfida è complessa — aveva detto il presidente Enrico Postacchini —, ma noi non ci fermiamo». In campo anche questura e polizia municipale: crescono giorno dopo giorno i vandali segnalati.