Bologna, 13 gennaio 2011 - Un bambino legato ad una sedia con il nastro adesivo. Si allunga l'elenco brutale dei maltrattamenti che due maestre del Manzini avrebbero riservato agli alunni della scuola materna, dopo i calci e gli schiaffi ripresi dalle telecamere nascoste dei carabinieri.

Gli avvocati Matteo Murgo e Matteo Ciociola, che assistono i familiari del bimbo in questione, hanno chiesto un approfondimento al pm di Bologna Simone Purgato.  ''Dissentiamo dal pm per la qualificazione giuridica attribuita al fatto-reato commesso dalle odierne indagate - affermano i legali - A parere nostro, gli esiti dell'attivita' di intercettazione ambientale espletate all'interno della scuola materna Manzini di Bologna, in uno con le circostanziate denunce dei genitori e le numerose informazioni testimoniali acquisite dai Carabinieri della Stazione Bertalia, consentivano la configurazione di diverse e piu' gravi fattispecie di reato''.

''Auspichiamo che il pm - insistono - voglia (ri)valutare l'increscioso episodio della immobilizzazione del bambino con nastro adesivo, a cui tre minori fanno riferimento, non richiamato nell'imputazione provvisoria di cui all'avviso di conclusione delle indagini preliminari''.

Dell'immobilizzazone aveva parlato lo stesso bambino; l'episodio, inoltre, era stato confermato da altri due compagni di classe, che lo avevano raccontato ai loro genitori. Successivamente, su segnalazione dei padri e delle madri dei bimbi, sono state installate telecamere nascoste, dalle cui immagini, poi, è partita l'inchiesta. Stando al racconto del bambino ai genitori, lo stesso, riuscitosi a liberare dalla morsa del nastro adesivo, era stato legato una seconda volta più forte da una delle maestre.

Come, d'altronde, confermerebbero le parole dette da una sua compagna di classe alla madre: "'Sai mamma, la maestra ha legato il mio compagno alla sedia con lo scotch per due volte!'' E, quando la donna le chiese "come mai?", si sarebbe sentita rispondere: "Perché la prima volta lui si era slegato con i denti".

Un'ulteriore riprova si avrebbe dalla testimonianza della madre di un terzo bambino, la quale, per indagare sugli episodi di cui aveva sentito parlare, si era rivolta al figlio intimandogli che se avesse fatto il monello per punizione lo avrebbe legato alla sedia. E il figlio le aveva risposto: ''Come il mio compagno di scuola?'' Al che la mamma gli aveva chiesto cosa fosse successo: ''La maestra lo ha legato con lo scotch alla sedia. Guarda, ti faccio vedere'', e simulando la scena, aveva precisato che non fosse un gioco, ma una punizione.