BOLOGNA, 14 FEBBRAIO 2011 - Terminate le procedure per l’identificazione, i 118 tunisini fermati questa mattina a bordo di un treno alla stazione di Bologna, sono stati imbarcati su un volo charter che e’ partito da Bologna alle 15.50, con destinazione Crotone. Lo fa sapere la Questura di Bologna.
Gli stranieri verranno riportati al Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Crotone, dove erano ospiti in attesa del compimento delle pratiche per la concessione dell’asilo. Prima di farli ripartire per Crotone, la Polizia di Bologna ha provveduto a identificare tutti i 118 stranieri.

Questa mattina, intorno alle 6, un treno con a bordo 118 stranieri, presumibilmente tutti tunisini, e' stato fermato alla stazione di Bologna. Era l'Intercity notte proveniente da Reggio Calabria, di passaggio per Crotone e Bari e diretto a Milano.
 

Secondo le prime ipotesi della Polizia, gli stranieri provenivano dai Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) di Bari e Crotone, dove nei giorni scorsi erano arrivati in massa e da cui, in queste ore, mancherebbero all'appello un certo numero di stranieri. Si tratta di centri di accoglienza, spiega la Questura, dove gli stranieri si presentano per chiedere asilo: all'interno di queste strutture sono liberi, non rinchiusi come nei Cie, ma se abbandonano il Cara rischiano di inficiare la procedura di richiesta asilo.
 

Gli stranieri sarebbero saliti sul treno a Crotone (e forse a Bari), sono tutti adulti e uomini e in parte avevano il biglietto per Milano. Dopo che la Polfer ha fermato il treno sono stati fatti scendere e ora si trovano a piazzale Est, in carico a personale della Questura. La priorita', spiegano da piazza Galilei, e' la gestione dei 118 stranieri dal punto di vista umanitario: la Polizia, tramite la Prefettura, si sta attrezzando per dare loro assistenza e cibo. Poi gli stranieri verranno tutti fotosegnalati, per capire chi sono (non hanno documenti) e da dove arrivano. Ancora incerto, invece, dove verranno sistemati o mandati in un secondo momento.

Da Trenitalia fanno sapere che il treno in cui i tunisini viaggiavano non era in buone condizioni igieniche, per cui, dopo che e' stato fermato, gli altri passeggeri sono stati fatti scendere e smistati su altri convogli diretti al Nord. A quanto risulta a Trenitalia, gli stranieri sarebbero saliti sull'Intercity a Crotone: dopo che dai controlli e' emerso che una parte di loro non aveva il biglietto, a Bari sarebbe stato fatto pagare il viaggio a tutti.
 Poi la Polfer avrebbe stabilito di far fermare il treno alla stazione di Bologna, e cosi' e' successo intorno alle 6.

L’atrio del piazzale Est della Stazione di Bologna che ha “accolto” per oltre sei ore i 118 tunisini arrivati questa mattina da Crotone e’ ormai vuoto. Sono stati tutti portati in Questura per la foto-identificazione. Una procedura piuttosto lunga visto il loro numero e al termine della quale non si sa quale sara’ la loro sorte. C’e’ chi ritiene possibile il loro rilascio, anche se con un foglio di espulsione in tasca. E chi, come alcuni parenti, e’ preoccupato di un possibile rimpatrio. Si tratta di voci non confermate dalla Questura, secondo la quale per i 118 sarebbe ancora in corso la procedura di identificazione, ma che arrivano da Rifka, giunta da Parigi per i due fratelli del marito, scesi dall’Intercity 784 a Bologna (treno poi soppresso per cattive condizioni igieniche).
 

“L’abbiamo raggiunta al telefono- racconta Neva Cocchi del Tpo- e ci ha detto di essere riuscita a parlare con loro: le hanno detto di essere in un aeroporto in attesa di un volo”. Non si conosce l’eventuale destinazione. Questa mattina Rifka si trovava all’esterno dell’atrio del piazzale Est della Stazione di Bologna. Aveva viaggiato da Parigi a Milano per andare a prendere i due fratelli del marito. E poi ha raggiunto Bologna quando ha saputo che il gruppo di tunisini era stato fatto scendere li’. Oltre a lei ci sono altre persone, qualcuno e’ in attesa del cugino, qualcuno del fratello. Alcuni si sforzano di guardare al di la’ del muro di poliziotti per cercare di vedere i loro cari. Altri, tramite la mediazione di alcuni attivisti dei centri sociali, riescono a far arrivare alla Polizia un biglietto con i nomi dei parenti, almeno per capire se sono ancora li’. Alcuni si sbracciano, salutano, si riconoscono. E a gesti fanno capire di sentirsi dopo, al telefono.

Lazhar e’ arrivato da Parigi per i suoi due nipoti di 19 e 17 anni. “Sono partiti due settimane fa da Zarzis su un barcone che li ha raggiunto Lampedusa- racconta- e poi da li’ sono stati portati a Crotone”. Non si sa se i due ragazzi hanno fatto richiesta di asilo politico, l’unica cosa certa e’ che sono saliti su quel treno, destinazione Milano. Lo zio dei due ragazzi spera in un foglio di espulsione di almeno tre giorni, “mi bastano”.
La sorte dei 118 tunisini e’ ancora incerta. E anche se suona meglio di un rimpatrio, anche il rilascio con un decreto di espulsione non e’ da sottovalutare perche’, come spiega Andrea Ronchi, avvocato bolognese esperto in materia di immigrazione, “l’espulsione riguarda l’area Schengen e quindi sia il territorio italiano che quello di altri Paesi europei, come la Francia”.
Resta poi da capire se, come sembrava dalle prime notizie, i tunisini abbiano fatto la richiesta di asilo politico al loro arrivo in Italia e se l’attivazione della procedura sia stata accertata nelle procedure di identificazione. “In ogni caso- conclude Ronchi- si dovra’ cercare di capire se esistono gli estremi per un ricorso contro l’espulsione”.