Bologna, 17 febbraio 2011 - Il movimento No Gelmini ha interrotto questa mattina l’assemblea dell’Ateneo di Bologna sul nuovo Statuto riunita nell’aula magna S.Lucia gremita in ogni ordine di posto. Una cinquantina di studenti, con megafoni e uno striscione giallo con la scritta “Dionigi commissariato”, ha bloccato i lavori quando mancavano una decina di interventi alla fine.
 

“Interrompiamo questa farsa- spiegano gli studenti- perche’ il rettore ha gia’ deciso sopra le nostre teste”. Il blitz non e’ piaciuto a molti dei docenti in sala, che hanno protestato con forza. Anche Dionigi, pur mantenendo un certo aplomb, ha invitato gli studenti lasciar proseguire i lavori. “I colleghi hanno diritto di parola- afferma il rettore- e vanno rispettati.
L’assemblea non e’ finita per il rettore. Questa e’ una violenza che non accetto”. Poi anche Dionigi, per un attimo, perde la calma. “La parola non va tolta- insiste- io l’ho data a voi e voi non potete toglierla ai colleghi. Vergogna”.


Il movimento No Gelmini accusa il rettore di “gestione autoritaria e monarchica”, sostiene che l’assemblea di oggi sia solo “una vetrina” e gli chiede di dimettersi. “E’ lei la nostra controparte- spiegano- perche’ lei e’ complice della legge Gelmini”. Dionigi replica a tono: “Di certo oggi la vetrina non e’ per il rettore e alle dimissioni ci penso se me lo chiede il corpo accademico che mi ha eletto”. Il blocco dell’assemblea dura una decina di minuti, durante i quali sia il prorettore Dario Braga sia il direttore amministrativo, Giuseppe Colpani, hanno qualche scambio acceso con i manifestanti. “Ci state dando una bella lezione di democrazia- ironizza Colpani- siete stati convocati per un incontro e non siete venuti a parlare. La democrazia e’ anche ascolto”.

Scintille tra gli studenti anche con Giancarlo Barbiroli e Gian Mario Anselmi, che quando i ragazzi lasciano l’aula magna si sfoga: “Che sinistra e’ questa? Si sta qui e si ascolta”. Protesta a parte, Dionigi si dice molto soddisfatto dell’esito dell’assemblea. “L’aula magna era stracolma- sottolinea il rettore- e’ una bella replica del 18 dicembre”, quando lo stesso Dionigi organizzo’ un’assemblea di Ateneo al posto dell’inaugurazione dell’anno accademico. “Gli studenti intervenuti oggi sono una realta’, accanto alla quale ci sono gli altri 83.000 studenti. Ho visto da parte dei colleghi una forte preoccupazione per lo Statuto e un forte senso di appartenenza- rivendica il rettore- una risposta corale da parte dell’Ateneo”. Poi ribadisce: “Non e’ mia intenzione fare vetrine perche’ non ne ho bisogno”. Le critiche al rettore non sono pero’ arrivate solo dagli studenti.
 

Diversi interventi (gruppo dei docenti preoccupati, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, gruppo di lavoro intersindacale) hanno contestato sia l’organizzazione dell’assemblea di oggi (“Troppo pochi tre minuti a intervento”) sia la composizione della commissione Statuto, formata da 10 professori ordinari nominati direttamente dal rettore. A molti e’ sembrata una decisione poco democratica e Daniele Bigi, rappresentante dei ricercatori in Cda, aggiunge: “Dopo 11 mesi di lavoro ci aspettavamo almeno una bozza di Statuto da parte della commissione”. Ma Dionigi replica: “Ci sono ancora 8-9 nodi nevralgici da sciogliere. O non ci si rende conto di questo o si vuole un tiro a segno. Non c’e’ nessun riserbo da parte della commissione, ma solo un grande senso di responsabilita’ perche’ e’ una questione delicata. La bozza ci sara’ quando iniziera’ la discussione nei dipartimenti”. Poi aggiunge: “Un momento forte saranno le assemblee di Facolta’, aperte anche agli studenti”.