Bologna, 25 febbraio 2011 - Bimbi gratis sugli autobus di Bologna fino a 12 anni se accompagnati. E’ una delle contromosse a cui pensa Virginio Merola, candidato sindaco del centrosinistra di Bologna, per attutire l’impatto degli aumenti dei biglietti dell’Atc. Il democratico ne ha parlato alla registrazione della puntata di “Dedalus” (in onda su E’tv questa sera) nell’ambito di un ragionamento sull’opportunità di realizzare sconti sugli abbonamenti per gli utenti Atc. Ha aggiunto anche che una delle cose che non gli e’ piaciuta della manovra tariffaria e’ stato vedere l’aumento del costo del City pass non accompagnato da un corrispondente aumento del numero di corse con quel titolo di viaggio o della durata oraria dei biglietti.
 

Non convince Merola neppure l’ipotesi di ticket da 30 minuti (suggerito da Sel) piu’ economici di quelli da un’ora: “E’ facile proporlo, ma siccome non siamo in una citta’ infinita bensi’ corta, il grosso degli utenti usa l’autobus per meno di mezz’ora” e se ci fossero biglietti da 30 minuti in tanti forse li comprerebbero, “ma cosi’ aumenterebbe il buco” da coprire con gli introiti tariffari. “Le proposte devono essere accompagnate da una fattibilita’ economica”. In ogni caso, non e’ su Atc che si deve buttare la croce e la colpa dei rincari.

L’azienda di trasporto di via Saliceto, ricorda Merola, ottiene il 38% dei suoi ricavi dalle tariffe contro una media nazionale del 25%; inoltre non e’ indebitata, non ha precari (“mentre all’Atac hanno fatto 800 assunzioni clientelari”) e punta su una flotta ecologica. Eppure “va di moda attaccare l’Atc e Sutti. Sutti - prosegue Merola - e’ stato nominato da Cofferati quando ero assessore e confermo che sta lavorando bene e sta lavorando sottopagato. Non ho detto che prende poco, lui avrebbe forse diritto a dirlo... In ogni caso, non mi sembra che sia il caso di scaricare sull’azienda problemi che sono della politica”.  Gli aumenti “li hanno decisi il commissario e i sindaci” e comunque “va capita l’esasperazione dei cittadini dovuta anche al fatto che vogliono essere sicuri che l’autobus lo paghino tutti”, conclude Merola.