Bologna, 21 marzo 2011 - “Adesione totale di tutti gli operai” allo sciopero per la sicurezza indetto oggi alla Magneti Marelli di Crevalcore, in provincia di Bologna. Lo annunciano, via Facebook, i delegati aziendali dando conto dell’esito dell’iniziativa di lotta nel primo turno di lavoro: “Una fabbrica deserta ha accolto il secondo turno che scioperera’ alle 21”.

Si tratta dello sciopero di un’ora indetto per denunciare il fatto che alla Magneti Marelli di Crevalcore “si continuano a fare passi indietro da gigante in materia di salute e sicurezza” e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, gli Rls, “sono tenuti al margine di qualsiasi coinvolgimento, sia nella consultazione per la compilazione dei documenti di valutazione dei rischi che nei team operativi ufficiali dove si preferisce la consultazione di cosiddetti ‘Capitani della sicurezza’ rispetto alle figure istituzionali previste dalla legge”.

I ‘Capitani’ sono stati definiti spie dai delegati che hanno sollevato anche l’atteggiamento “punitivo” dell’azienda “nei confronti di chi subisce un infortunio sul posto di lavoro”.
 

Al fianco degli operai si schiera Vito Totire, medico del lavoro, docente di Medicina sociale all’Universita’ di Venezia e portavoce circolo “Chico” Mendes: “La sicurezza e’ un obiettivo che deve necessariamente fare affidamento sulla partecipazione; non esiste una sicurezza ottenibile per disciplina e per adesione passiva”. E se la Magneti Marelli “enfatizza l’aspetto del controllo di tipo militare-sanzionatorio e’ sbagliato”. Ad esempio, perche’ “induce un concetto passivo di protezione fondato sull’obbedienza e non sull’adesione consapevole”.


Per Totire, inoltre, a la Marelli sbaglia a insistere sui dispositivi di protezione individuale che “devono invece essere l’ultima risorsa da utilizzare quando non e’ stato tecnologicamente praticabile un intervento di prevenzione primaria a prescindere dai costi economici per l’impresa”. E comunque, piu’ che dal livello di responsabilita’ dei singoli, la sicurezza sta nel modo in cui si organizza il lavoro: e’ il ragionamento con cui Totire prova a spostare e superare il tema dell’”errore umano”.
In generale, conclude Totire in una nota, “e’ da ritenersi che questo tentativo unilaterale di gestione della sicurezza, oltre a non essere foriero di buoni risultati, possa addirittura aggravare le condizioni di distress lavorativo”.