MOLINELLA (BOLOGNA), 29 APRILE 2011 - «C’È IL DOLORE, enorme, lancinante, che ti toglie il respiro. C’è mia figlia Lucia volata in cielo che mi chiede di non arrendermi, di continuare a lottare per quella giustizia che lei ha sempre invocato. Sono stanco di combattere e mi vorrei fermare perché non provo più nulla per quell’uomo che l’ha investita. Né rabbia e né dolore, ma devo andare avanti per Lucia».

Interrompe la sua promessa con il pianto, Pietro Varriale, padre di Lucia (chiamata Lula), la 18enne di Molinella uccisa da un’auto impazzita in via Stalingrado, a Bologna. Poi si asciuga le lacrime per accarezzare una foto, uno dei tanti ricordi appesi alla parete di casa. In una delle istantane c’è sua figlia appoggiata sulle spalle del padre. Lo abbraccia da dietro, lo pettina e se lo coccola. Due occhioni teneri che invitano a commuoversi. L’aria è pesante e triste. Anche fuori dalla casa dei Varriale, nel centro di Molinella, la gente sembra respirare la sofferenza. Pietro ha affidato la causa nei confronti dell’uomo che ha spezzato i sogni della figlia, al legale dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada. L’anima della figlia, invece, l’ha affidata ad un libro con le poesie e i racconti che Lula aveva scritto in tutta la sua vita.

LA RAGAZZA, infatti, aveva un talento letterario e musicale, dal momento che cantava e suonava il basso nella scuola Adriano Banchieri di Molinella. Pietro vuole regalare il testo agli amici e parenti, e soprattutto ai giovani: «Credo che quei pensieri siano molto educativi per i ragazzi. Mia figlia parlava di giustizia, di politica, di problemi sociali. Era molto più grande della sua età. Anch’io rileggendoli ho imparato tanto da lei». I compagni dell’istituto Nobili di Molinella hanno realizzato un video musicale con i ricordi di Lula, e lo hanno regalato alla famiglia.

Fra le poesie raccolte nel libro, c’è 'In ricordo del piccolo e dolce pulce', la storia di un gattino ucciso da un’auto: «Di te nemmeno una foto... — si legge — solo il dolce ricordo di quel gattino che mi faceva compagnia quando ero fuori a dipingere... tu che ti divertivi tanto a giocare con i miei pennelli... tu che quando io ero seduta sul dondolo ti sedevi accanto a me e ti facevi coccolare... ed un giorno mentre io ero chissà dove a divertirmi attrversavi la strada per entrare nella mia casa e vedere se quelle persone che si prendevano tanto cura di te erano tornate... una macchina in corsa col tempo o con chissà che cosa non ti vide e ti prese sotto... troppo immersi nei loro pensieri futili gli esseri umani per salvare la vita ad un cucciolo come te talmente dolce e felice da non far caso a quella macchina... a consolare la tua scomparsa c’è la mia nana... ma non mi dimenticherò mai di te... quel gattino con gli occhi azzurri azzurri che qando sentivi chiamare ‘pulcee’ ovunque tu ti trovavi scavalcavi la rete e venivi a farti coccolare. Ti voglio bene dolce gattino».