Bologna, 11 maggio 2011 - C'e' gente di tutti i tipi tra i writers stanati dalla Polizia municipale di Bologna (20 dei quali perquisiti su ordine della Procura). Si va dai figli di papa' alla piccola borghesia, dagli studenti fuorisede ai lavoratori; tra questi ultimi, spuntano diversi artisti e professionisti della grafica. Le 30 persone indagate, tra i 18 e i 47 anni, rappresentano uno "spaccato molto trasversale alla societa', bolognese e non solo" spiega il comandante della Polizia municipale Carlo Di Palma. Insomma, si va da persone 'normali' a 'figli di papa'', che fanno parte di famiglie piu' che abbienti, della cosiddetta della 'Bologna bene'. Di certo c'e' che non si tratta di una sorta di micromondo di emarginati.

Dei 30 indagati, una buona maggioranza (60%) sono della fascia di eta' piu' giovane, quella tra i 18 e i 25 anni. Per lo piu' si tratta di studenti che vivono a casa con i genitori. Le persone sopra i 40 anni (tra cui il record del 47enne) sono quattro. Poi tra gli indagati ci sono persone di eta' variabili, 26, 28, 30, oppure 35. Buona parte dei 20 perquisiti sono bolognesi nati sotto le Due torri. "Non e' stata una sorpresa per noi- dice il comandante Di Palma- lavorando da tempo a questa indagine avevamo intuito che, vista la diffusione del fenomeno in citta', ci fosse per forza un sottobosco bolognese". Ci sono pero' anche persone non bolognesi: alcuni sono studenti fuorisede, altre sono persone che girano per l'Italia per lavoro (come alcuni artisti grafici, ad esempio). E' il caso di tre persone sparite da Bologna senza lasciare traccia o, ancora peggio, lasciandosi alle spalle un castello di residenze fittizie in giro per l'Italia: la Polizia municipale ha faticato non poco per capire dove si trovino ora. Due riceveranno la visita dei Vigili urbani a Reggio Calabria e a Cagliari.

Di Palma spiega che i mondo dei writers, oltre a rispecchiare tutte le fasce sociali, e' un "mondo parallelo", fatto di persone che "hanno un proprio slang, un proprio linguaggio e un proprio modo di comunicare" difficile decifrare ai non addetti al lavoro. Usano terminologie e simboli che per loro hanno significati chiari, che si afferrano al volo, ma che le persone 'normali' non comprendono. Questo vale anche per i graffiti che si vedono in giro per la citta': possono contenere, spiega Di Palma, parole e simboli comprensibili al volo per i writers, ma non per i cittadini comuni. La Polizia municipale e' arrivata a loro grazie all'archivio di 'tag' (le loro firme sui muri) che hanno messo insieme in tanti mesi. Ce ne sono 18.000 schedate.
 

L'indagine pero' si e' sviluppata molto anche su internet: i vigili urbani, in pratica, hanno 'pedinato' i writers, che si incontravano su forum dedicati o su social network. Anche in questa sede comunicavano con un linguaggio per addetti ai lavori, che la Polizia municipale col tempo ha imparato a comprendere. Spesso, le firme online coincidevano con quelle lasciate sui muri e piu' di una volta e' capitato che i graffitari, su siti dedicati e forum, facessero riferimento (non troppo esplicito) a opere reali realizzate in citta'. Cosi' i vigili urbani li hanno incastrati, arrivando a loro individuando l'ip del computer da cui i commentatori stavano scrivendo. Nel fascicolo che conta 30 indagati, ci sono come persone offese il Comune e i privati che si sono ritrovati i muri scarabocchiati e danneggiati dai writers. Il Comune, un domani, potrebbe decidere di costituirsi parte civile nell'eventuale processo e chiedere, oltre che quelli materiali, anche i danni d'immagine.