Bologna, 25 maggio 2011 - "I conti del Bologna? Sono in regola". Lo ha detto ieri Giovanni Consorte a margine della presentazione del libro "Bologna dalla fine all'inizio" curato dal giornalista del Carlino, Stefano Biondi. Consorte ha snocciolato moltissime cifre. Il vicepresidente Maurizio Setti ha poi fatto il punto sul mercato dei rossoblù scosso anche dalla notizia dell'inchiesta sulle multe che ha coinvolto il capitano Di Vaio. "Il futuro di Di Vaio non è in discussione. Ha preso multe e pagherà. Nel calcio se ne sono viste ben di peggio. Che Di Vaio resti al Bologna non è in discussione. Vorremmo ricostruire la squadra partendo da uno zoccolo duro formato oltre che da Di Vaio, anche da Portanova, Britos e Perez". Quanto al nuovo allenatore, Setti ha detto: "Bisoli? Sono ottimista". Infine Ramirez: "Resterà".

Anche dal presidente Guaraldi sono arrivate rassicurazioni sulla permanenza in rossoblù del capitano. Il presidente ha definito Di Vaio ''amareggiato'', ma sulla possibilità che vada via è sicuro: 'Non c'e' questa volonta' da parte sua''.

 

CONSORTE: 'SERVONO 10 MILIONI'

Servono dieci milioni per garantire un sicuro solido del Bologna Calcio. A sentenziare è Giovanni Consorte, uno che di conti rossoblù se ne intende. L'ex manager Unipol, che nei giorni scorsi ha lasciato la presidenza di Bologna 2010 (la controllante del club), ha snocciolato i conti spiegando i vari passaggi del risanamento economico: da dicembre è stata fatta "una manovra finanziaria da 59 milioni", con entrate che ammontano a circa 39. A questo si deve aggiungere il patrimonio dato dai giocatori, valutato, al netto delle comproprietà, in 35 milioni.

L'Ingegnere ha rivendicato alcuni traguardi raggiunti dalla sua cordata: su tutti il fatto che "la squadra e' rimasta in serie A, quando nessuno avrebbe scommesso un euro'' e "si iscrivera' al prossimo campionato, a dispetto delle voci messe in giro da qualche sampdoriano''.

Per salvare il Bologna, quindi, basterebbe cedere un big e l'identikit del 'sacrificio' ideale lo ha fatto il presidente Guaraldi: si tratta del portiere Viviano, in comproprietà con l'Inter. 

 

ANCHE LA JUVE VUOLE DI VAIO

LA BOCCA cucita e il cuore in subbuglio. Il bisogno di conoscere l’esito dell’inchiesta, ma anche quello di staccare la spina e di capire che cosa gli riserverà il futuro: se i due anni da calciatore più la stagione da dirigente che gli garantiscono il contratto firmato col Bologna a marzo, oppure una maglia che non sia più quella, amatissima, rossoblù. Per Marco Di Vaio sono i giorni dello smarrimento e insieme dell’incertezza più assoluta. Nell’arco di poche settimane è passato da supereroe senza macchia e senza paura a calciatore umanissimo, indagato dalla Procura.

NELL’ORA in cui vacillano tutte le certezze, Di Vaio incassa la solidarietà del suo ormai ex allenatore Alberto Malesani, che ieri mattina a Casteldebole ha infilato calzoncini e scarpette da calcio per unirsi alla partitella in famiglia più pazza del mondo (giocatori e staff tecnico tutti insieme appassionatamente) e nel pomeriggio ha speso parole di sostegno per il suo centravanti finito nell’occhio del ciclone, oltre che nel mirino della Procura. «Mi dispiace per Marco — le parole di Malesani —,_ che è un bravissimo ragazzo, in campo e fuori. Lo conosco da tantissimi anni (dai tempi del Parma, quando lo allenò nella stagione 1999-2000; ndr) e spero che tutto si risolva presto e bene, perché nella vita ci sono cose molto più importanti e più gravi. Non dimentichiamo tutto quello che ha fatto Di Vaio per questa squadra».

NON lo dimenticano, in queste ore, i tanti amici che il capitano rossoblù ha in curva Andrea Costa, a cominciare dal sodalizio a lui intitolato, quel ‘Gruppo Marco Di Vaio’ che di recente ha raccolto oltre diecimila euro al Dall’Ara per sostenere le cure di Sergio Isabella, l’ex calciatore delle giovanili rossoblù colpito da Sla. «Giù le mani dal capitano», scrivevano ieri sul forum dei tifosi quelli che rifiutano l’idea di un Di Vaio a fine corsa con la maglia del Bologna. I club di serie A interessati a lui non mancano (Parma, Fiorentina, Napoli, più quella Juve che l’aveva già cercato a gennaio). Ma se onorare il contratto appena firmato oppure fare le valigie è una decisione che Di Vaio non intende prendere adesso, sull’onda dell’emotività, ma che ha spostato al momento in cui rientrerà dalle vacanze.

«MARCO, vai in ferie e riposati che il prossimo anno abbiamo bisogno di te», lo consigliava ieri a Casteldebole un tifoso che a fine allenamento gli chiedeva la maglia. «Ma quale riposo — gli ha risposto Di Vaio, con una battuta —. Mi faranno fare i lavori forzati...». Voglia di normalità, come il gol segnato nella partitella del mattino, che è stato festeggiato dai compagni manco fosse il sigillo salvezza. Ma anche l’irrompere dei guai giudiziari, che ha le sembianze di Marilena Molinari, la collaboratrice disabile raggiunta come lui da un avviso da garanzia, che a mezzogiorno si è presentata a Casteldebole.

NEL PARCHEGGIO Marilena e Marco (accompagnato al campo dal cognato Alessandro, che curiosamente gli assomiglia come una goccia d’acqua) hanno scambiato qualche parola: tensione dipinta sul volto del capitano, lacrime negli occhi di lei. Poi, dopo un pranzo frugale consumato al ristorante del centro tecnico, Di Vaio ha lasciato Casteldebole, incassando la stima di una decina di tifosi e i flash di due fotografi. Il suo futuro, per il momento, resta un grande punto interrogativo.