Bologna, 8 giugno 2011 - AFFARI di famiglia che finiscono in carte bollate. Un intreccio tra le mura domestiche che coinvolte tre generazioni: nonna, figlia e nipote. L’anziana ereditiera si rifiuta di elargire il patrimonio a sua figlia (vuole saltare una generazione e lasciare tutto alla nipote), che non manda giù la cosa. E così la figlia, rimasta senza eredità, inizia una serie di atti persecutori che sfociano in una segnalazione alla questura. Anche questo può essere stalking.

La storia curiosa è comparsa ieri mattina negli uffici di piazza Galileo Galilei, dove è stato illustrato un nuovo progetto della polizia di stato, chiamato ‘Sistema d’allarme stalking’, che unisce le forze della divisione polizia anticrimine, della squadra mobile e delle volanti. Senza aggiungere nuove banche dati al sistema informatico della questura, è stato attivato un nuovo sistema di filtraggio che saprà rendere gli interventi più ‘chirurgici’. Il fine del progetto è quello di fare una valutazione del rischio più veloce e precisa. Cosicché, una volante che interviene per la chiamata di una vittima di stalking, sappia subito se ci sono precedenti denunce o segnalazioni. Tutto questo sfocia poi in due possibili provvedimenti. Una denuncia penale nei casi più gravi, ma quello più utilizzato è il cosiddetto ‘ammonimento’, un cartellino giallo che va all’indirizzo dello stalker e che lo invita (con fermezza) a non ripetere gli atteggiamenti persecutori. Firmato: il questore.

DAL 2009, quando è entrata in vigore la nuova normativa sullo stalking, nel territorio provinciale di Bologna sono state 159 le richieste di ammonimento. Di queste, trentatre sono state respinte o è intervenuto il procedimento penale. Quattordici sono state archiviate per ritiro della richiesta e dieci in trattazione. Le altre sono state tutte accolte. In totale si parla di 105 stalker ammoniti (ottantatre uomini e ventidue donne). L’età media delle persone richiamate all’ordine è tra i quaranta e i cinquant’anni. Solo nei primi sei mesi del 2011 sono state ammonite sedici persone (tredici uomini). Per fare richiesta di ammonimento basta inviare una lettera in questura o recarsi nei comandi locali (o dai carabinieri). Nella stragrande maggioranza dei casi in cui parte l’ammonimento, l’atteggiamento persecutorio cessa immediatamente. Un’altra curiosità. Capita anche che si debba notificare l’atto... in Grecia. È successo poco tempo fa proprio agli uomini della questura felsinea che hanno dovuto inviare l’ammonimento in lingua greca a una donna che periodicamente sbarca in Italia per perseguitare il suo ex partner (che abita a Bologna).