LA SCELTA dei garanti di bocciare il referendum sui finanziamenti alle scuole paritarie offre una boccata di ossigeno al sindaco e ferma le pretese di alcuni alleati impegnati ad attuare un pressing tutt’altro che amichevole sul primo cittadino.

Ci sarà sicuramente un ricorso da parte dei referendari, ma ormai la questione può dirsi archiviata. Almeno tecnicamente. Resta però un problema politico grosso come una casa con cui Merola e il Pd bolognese devono fare i conti. L’affermazione del centrosinistra nelle grandi città e la vittoria nei referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento hanno rilanciato la cosiddetta sinistra radicale, che non si accontenta più di urlare il proprio antiberlusconismo ma intende sbattere sul tavolo un bagaglio di richieste difficili da conciliare col ruolo di supremo mediatore che il Pd intende svolgere in città. Il fatto che subito dopo l’archiviazione del referendum sia saltata fuori la scelta di Bologna per il Gay Pride dell’anno prossimo dimostra che la partita è pericolosamente aperta.

E’ sorprendente notare come a Milano, dove pure è diventato sindaco un ex esponente di Rifondazione come Giuliano Pisapia, temi come la parità tra scuole pubbliche e private oppure tra coppie sposate o di fatto non siano, almeno fino ad oggi, al centro della discussione. Mentre lo sono a Bologna dove il Pd ha eletto il suo candidato sindaco e la sinistra vendoliana ha sicuramente un peso ma non ha esponenti di spicco.
Qualcuno ipotizza che Bologna sia stata scelta come “laboratorio” politico, forse per l’intero Paese. Ma un simile scenario ci sembra il frutto del delirio di grandezza di chi spera di trasformare le Due Torri nell’ombelico del mondo. In realtà soprattutto la vittoria referendaria ha risvegliato sentimenti che sono presenti da sempre in città ma che prima il Pci, poi il Pds e i Ds hanno intercettato e sopito (quando lo hanno voluto). Ora tocca a Merola e al Pd svolgere lo stesso ruolo. Ben sapendo che non tutte le questioni possono essere risolte da un comitato di garanti ma che occorre dimostrare capacità di governo e determinazione anche nel difendere le mediazioni necessarie per amministrare una grande città. Il Sindaco è quindi chiamato a decidere. Anche se scontenterà qualche pasdaran. In caso contrario rischia di rimanere invischiato in un tiramolla che alla lunga potrebbe portarlo in un vicolo cieco.