Bologna, 30 luglio 2011 - Il carnefice di Oslo e Utoya, poco prima di compiere le stragi che hanno sconvolto la Norvegia, ha scritto una mail al bolognese Alberto Ferretti, 50 anni, imprenditore informatico, politico di destra ed ex poliziotto. Circa un’ora e mezza prima del duplice attacco, Anders Behring Breivik inviò via mail il suo delirante ‘manifesto’ di 1.500 pagine e il link al suo video su Youtube a oltre 1.000 persone, sparse in mezza Europa, soprattutto inglesi ma anche francesi, tedeschi e italiani. Fra loro, appunto, Ferretti, che ora vive a Ferrara ma ha l’azienda a Casalecchio: «Sono sconcertato — dice —, quello è un pazzo scatenato. Non ha niente a che fare con me, non l’ho mai conosciuto. Come mai mi abbia spedito la mail? Non lo so. Evidentemente avrà reperito il mio indirizzo su Facebook, facendo ricerche negli ambienti nazionalisti o di destra. Ma, ci tengo a dirlo, la mia attività politica non giustifica minimamente il fatto che Breivik mi abbia indirizzato il memoriale».

Figlio del fondatore a Ferrara dell’Msi e di An, Alberto da sempre milita nella destra. Candidato in passato con ‘La Destra’ di Francesco Storace, dalla primavera scorsa è coordinatore regionale di ‘Progetto Nazionale’. Quando ha scoperto l’accaduto è corso dai suoi ex colleghi. «Tanti anni fa ho prestato servizio nel reparto mobile e in Questura, a Bologna — spiega —, per sette anni. Quando ho capito che la mail era di Breivik, ho chiamato subito la polizia. Ho segnalato io l’accaduto».  Giovedì è stato sentito dalla Digos, ieri dalla polizia postale, che vuole risalire all’indirizzo del mittente.

«Quel giorno — ricorda Ferretti — io, che per lavoro sono sempre connesso, ho visto subito la mail. Non l’ho letta, perché era in inglese e mandata da una persona che non conoscevo, peraltro spedita da Breivik con uno pseudonimo. Mi arrivano tante di quelle mail... Solo alcuni giorni dopo, quando è venuto fuori il resto, ho capito che quello era proprio il messaggio dell’autore delle stragi». Ferretti, ovviamente, condanna senza riserve il folle norvegese: «Il memoriale non l’ho nemmeno letto — dice —. Non so cosa pensi, mi basta sapere ciò che ha fatto. E’ un pazzo scatenato. Non ha alcun legame con me o con la mia attività politica».

Sul perché della mail, Ferretti non si sa dare una spiegazione: «Credo abbia pescato a casaccio per trovare gli indirizzi, mi sono fatto questa idea parlando con la polizia postale. Magari navigando nei siti nazionalisti. Tra l’altro, tutti gli indirizzi della mailing list sono in chiaro. Che terrorista è uno che lascia in chiaro gli indirizzi? Mi stanno scrivendo persone dal Belgio e dalla Francia per chiedermi chi sia quel pazzo. Anche loro hanno ricevuto il messaggio». Ferretti vuole chiudere in fretta questa brutta storia: «Sono un imprenditore, ho una famiglia. Quel folle proprio non ha nulla a che fare con me».