Bologna, 9 settembre 2011 - ESSERCI ANCORA. Prima di cominciare la sua sedicesima stagione il Teatro delle Celebrazioni una scommessa l’ha già vinta: sopravvivere in tempi di crisi nera mantenendo una programmazione (38 titoli) che poco si discosta dai 41 spettacoli per 85 repliche del 2010, senza sovvenzioni pubbliche (niente Fus e 6.000 euro dal Comune) e un rischio d’impresa attutito da una serie di sponsor tra cui la Fondazione del Monte che ha sostenuto in particolare la pièce d’esordio, quel ‘Tutti maracani’ che segna il debutto di Jimmy Villotti in veste di attore oltre che di fine musicista come da mestiere storico. «Ho ricostruito la Bologna di metà Cinquanta quando le prime radioline gracchiavano il rock d’America e l’avvento dei juke box ci fece conoscere le vibrazioni del basso». Un’epopea che l’assessore Ronchi auspica spiani la strada a un ritorno di Villotti al rock’n’roll. «Mi piacerebbe rivederlo suonare quei ritmi». Anche se in questo frangente storico i suoi desiderata da musicofilo devono segnare il passo rispetto al suo impegno amministrativo che lo svincola completamente dalle scelte artistiche per promuoverlo a ‘burattinaio’ dei ricchi, ma talvolta irriconosciuti, fili della creatività petroniana. «Basta con le resistenze verso gli operatori privati — è il suo precetto —. Il loro apporto va valorizzato all’interno di una riorganizzazione che metta in condizioni la città di assumere il ruolo di esempio su come si debba fare cultura».
 

Alessandro Bergonzoni che sedeva sul palco dei protagonisti insieme agli stati generali del teatro (la direttrice Mariangela Pitturru, l’amministratore delegato di Officine Smeraldo, Alessandro Galbiati, e il presidente Gian Mario Longoni), a Eugenio Barbieri in rappresentanza del main sponsor Unipol Banca, ad Angelo Varni della Fondazione del Monte e all’assessore, la sua ricetta l’ha data: «L’artista deve fare un voto di vastità, non limitarsi al suo spettacolo ma accompagnare con l’arte ogni scelta, deve usarla come terapia per guarirci».
 

FORSE non basta per riempire le casse languenti dei teatri ma certo l’ingegno può aiutare molto come dimostra il cartellone che mantiene la vocazione al contemporaneo e all’attualità, senza penalizzare qualità e sortite in territori inediti come succede per esempio con l’affacciarsi del burlesque il 14 dicembre o l’arrivo per la prima volta in Italia di ‘Mother Africa’ con le acrobazie e i contorsionismi di 40 ballerini e cantanti neri. «Da privati potremmo essere legittimati a fare programmazione di cassetta — ha detto la Pitturru — ma non lo facciamo. Ci sono attori importanti come Paolo Rossi, Bergonzoni, Filippo Timi, incursioni nel teatro civile con Don Gallo e Travaglio, il progetto O-Z di Fanny & Alexander che ad aprile farà rete con altri teatri cittadini e del territorio, un nutrito menu per famiglie tra cui il fenomeno ‘Fantafavole Show’, un atipico Capodanno all’insegna dell’improvvisazione teatrale o il ‘Concerto senza titolo’ di Ruggiero-Coniglio Viola».