Bologna, 20 settembre 2011 - «LA PRIMA volta che ho fatto bondage ero col mio ragazzo a casa. Poi ho cominciato ad andare nei locali dove lo si fa seriamente e ho imparato». M. ha vent’anni e studia all’Accademia. Vive e Bologna con il padre artigiano, la madre casalinga e una sorella più piccola. Ha conosciuto il bondage a 16 anni, da un amico più grande, quando ancora abitava in Sicilia. Poi, trasferita a Bologna è entrata in contatto con questo mondo, attraverso nuove amicizie, internet e i locali della città.
Come sono le tue sere ‘bondage’?
«Bisogna prepararsi con un certo tipo di abbigliamento per entrare. Io ho iniziato a frequentare il Decadence, poi ci sono le feste private. Al Decadence ci sono anche molti curiosi, anche se la selezione per l’abbigliamento è forte. Diciamo che i curiosi si camuffano. In ogni caso bisogna vestirsi spinti e, se c’è una festa a tema, interpretarlo».
Hai seguito un corso per imparare il bondage sadomaso?
«Ho imparato su di me, su internet, osservando i maestri ai corsi del Decadence, e poi provando. Bisogna essere capaci, per non rischiare, anche solo segni, lividi sul corpo».
La tua prima esperienza?
«È stata una sorta di iniziazione. Eravamo in una casa privata in quattro o cinque. Io preferisco fare bondage in coppia, da soli, ma quello in pubblico è più erotico. Al Decadence lo si fa in pubblico, con tanta gente. C’è lo spettacolo...»
Ma non è rischioso? Il caso di Roma lo dimostra, no?
«Il rischio esiste, soprattutto se si arriva all’estremo. Ma se si è esperti ci si ferma prima. Ci sono anche i gesti o la parola di sicurezza. Bisogna conoscere la tecnica».
Perché tu lo fai?
«Non per moda e neppure per stile di vita, è un mio modo di essere. Mi affascina il lato estremo».