Bologna, 28 settembre 2011 - Doccia gelata per i 46 lavoratori dell'ex Pastificio Corticella: hanno ricevuto una lettera che annuncia il loro trasferimento in altre sedi del gruppo New Lat: a Corte dei Frati (Cremona) a Eboli (Salerno), a Reggio Emilia, Pozzuoli (Napoli), Roma, Sansepolcro (Arezzo) e a Lodi (Milano). Furente la reazione del sindacato e dei dipendenti: giovedì mattina presidio davanti all'azienda, venerdì otto ore di sciopero e un'altra giornata a braccia incrociate il 6 ottobre in tutte le sedi del gruppo. Intanto, a voce, i delegati aziendali mandano a dire che "considerano inaccettabile e provocatoria la decisione di trasferire tutti i dipendenti dello stabilimento di Bologna".

Quello di New Lat e' un "atto" che arriva "nel mezzo di un percorso istituzionale con la Provincia e con il Comune di Bologna e fa seguito alla dichiarata volonta' aziendale di cessare ogni attivita' presso lo stabilimento sulla base di motivazioni peraltro non ancora ne' valutate ne' chiarite sia in sede sindacale che istituzionale". Per la Flai-Cgil si puo' dire che "la ragione di questo escamotage sta nella dichiarata intenzione aziendale di fuggire da Bologna dopo aver realizzato la solita speculazione sull'area su cui e' ubicato lo stabilimento". I dipendenti vivono l'ordine di presentarsi il prossimo 1 dicembre in un'altra sede di lavoro come "un volgare ricatto" e non sono disposti ad ubbidire. "Non hanno la minima condizione per spostare tout-court la propria vita familiare e personale fuori dalla propria citta', regione o provincia". E dunque, rincarano i delegati sindacali, "l'unico vero intento e' quello di indurli all'auto-licenziamento e compromettere cosi' ogni diritto persino sugli ammortizzatori sociali quali la cig o la mobilita'".

Peraltro, prosegue il comunicato diffuso oggi dalle Rsu dell'ex Pastificio, "sul versante industriale, nonostante la fallimentare gestione della proprieta', non vi sono ragioni plausibili che giustifichino la chiusura totale del pastificio che, pur a fronte di rilevanti difficolta' rese ancor piu' marcate dalla mancanza di investimenti ed una seria attivita' di manutenzione, riesce a rispondere alle esigenze produttive alla pari degli altri siti produttivi del gruppo New Lat". Insomma, "la scelta e' quindi strumentale e inspiegabile, priva di ogni minima volonta' di razionalita' e dettata da un non sopito spirito distruttivo che ha caratterizzato ogni atto svolto nei confronti dei lavoratori". I delegati ricordano infatti che gia' nel 2010 l'azienda puni' due lavoratrici trasferendole a Corte dei Frati solo per "mostrare muscoli e vincere facile". Ora il trasferimento collettivo ha il 'sapore' di un "avvertimento per tutti gli altri lavoratori dei vari siti e del coordinamento sindacale, allo scopo di intimidire ed abbassare le aspettative di contrattazione, di diritti e sicurezza sulla prospettiva occupazionale e sul lavoro". Di qui la reazione con l'annuncio delle azioni di lotta. "Non ci sono ragioni industriali o produttive, nonostante vi siano problemi di efficienza organizzativa e manutentiva sugli impianti, ma solo invenzioni di bassa lega e pretesti per consumare una vergognosa vendetta sui lavoratori", conferma la Flai in una nota. Dopodomani si terra' un incontro con azienda e sindacato convocato da Provincia e Comune.