Bologna, 28 settembre 2011 -  Non sara' un lieto fine in piena regola, ma molti consumatori emiliano-romagnoli finiti nel tritacarne dei crack finanziari degli ultimi anni sono riusciti a recuperare una buona parte dei risparmi investiti: si tratta di circa 43 milioni di euro, 'salvati' grazie all'aiuto degli avvocati di Federconsumatori, che dal 2005 al 2010 hanno seguito migliaia di cause legali e trattative con le banche che avevano venduto titoli 'spazzatura', dai famigerati bond argentini alle obbligazioni di Cirio, Parmalat, Giacomelli, fino ai piu'recenti casi legati al fallimento di Lehman Brothers.

L'associazione dei consumatori ha seguito passo passo la battaglia ingaggiata con istituti di credito da circa 3.000 clienti, ottenendo sentenze a loro favore nelle aule giudiziarie (165), ma anche nelle sedi di transazione (710) e conciliazione (544, con Intesa e Unicredit). Circa 9.378 sono i patteggiamenti con le banche raggiunti nell'ambito dei processi di Milano contro Parmalat e Cirio, che hanno consentito di recuperare 8,7 milioni per 1.563 risparmiatori. A questi si aggiungono altri 1.419 emiliano-romagnoli, ai quali sono stati 'restituiti' 34,1 milioni di euro.Le cifre piu' consistenti sono state recuperate nelle province di Ferrara (9 milioni per 140 clienti di banche) e Rimini (8,5 milioni per 183  riparmiatori), ma e' a Modena che si e' registrato il piu' alto numero di ricorsi (404 con 6,9 milioni di euro di controvalore recuperato).

 Numerosi i casi anche a Bologna (203, 3,8 milioni di euro 'salvati'), Parma (164, 1,9 milioni di euro) e Piacenza (156, 1,8 milioni). In media i clienti gabbati sono riusciti a recuperare nelle transazioni tra il 70 e l'80% degli investimenti, ma nei casi arrivati a sentenza il giudice ha riconosciuto talvolta anche piu' del 100%, attribuendoanche gli interessi mancati su altri investimenti. Intanto, Federconsumatori ricorda che a fine dicembre scatta la prescrizione per le azioni legali sui bond argentini. "Chi non ha avviato procedure legali e contestazioni a carico delle banche, dopo perdera' tutti i diritti", avverte Giampiero Falzone, uno degli avvocati di Federconsumatori. Dunque, chi volesse agire, anche sulla scorta dei buoni risultati ottenuti fin qui dall'associazione, deve sbrigarsi, anche se non c'e' la certezza di riavere indietro i propri soldi. "Le pratiche vanno viste caso per caso- mette le mani avanti il legale- ma prima di dare tutto per perso, meglio darci un occhio". Del resto, i successi di Federconsumatori, che ha potuto sfruttare anche i  rotocolli sottoscritti in passato con alcune banche (Intesa, Unicredit e Mps), sono un buon viatico e hanno contribuito a creare una giurisprudenza in materia finanziaria favorevole ai piccoli risparmiatori.

"Ci sono casi- ricorda un altro legale, Luca Zamagni- in cui il risparmiatore sottoscriveva moduli che facevano riferimento ad una normativa non piu' in vigore alla firma del contratto. In altri casi sono stati venduti prodotti finanziari non adeguati alle loro conoscenze: non non si possono vendere titoli altamente speculativi a chi solitamente investe in Bpt. Questo e' stato fatto con altissima frequenza e fa pensare male".  Spesso, inoltre, gli istituti di credito suggerivano l'acquisto di titoli "tossici" che loro stessi avevano contribuito a mettere sul mercato. privilegiando, quasi sempre, una clientela in eta' da pensione. "Il nostro compito e' stato evitare la rassegnazione per tanti consumatori che avevano perso i risparmi di una vita", conclude Angela Cordani di Fedrconsumatori. E non e' finita qui, perche' in Emilia-Romagna ci sono ancora molte cause pendenti per somme superiori ai 10 milioni di euro.