Bologna, 28 settembre 2011 -  Niente gite, siamo professori. Anche per quest'anno gli insegnanti aderenti alla Gilda di Bologna sono decisi ad astenersi da visite guidate didattiche e gite scolastiche come forma di protesta contro "l'eccessiva burocratizzazione del lavoro del docente". Se n'e' discusso questa mattina all'assemblea convocata dalla Gilda all'Istituto comprensivo 6, le scuole Irnerio: c'erano oltre 200 persone a discutere degli effetti (soprattutto i tagli) della manovra e delle forme di lotta da mettere in pista. Ma anche delle proposte che il sindacato porta avanti: una legge per riconoscere un'area contrattuale separata per i docenti e l'istituzione di un Consiglio superiore della docenza che, ad esempio, possa intervenire per mediare e conciliare nei asi di contenzioni tra gli insegnanti da una parte e presidi e Uffici scolastici dall'altra.

"La figura e il lavoro dell'insegnante oggi sono sottoposte ad una eccessiva burocratizzazione che distoglie dalla funzione primarie: la docenza. Agli insegnanti- afferma Giovanni Cadoni, segretario della Gilda di Bologna- sono chieste tante cose che non rientrano nella loro funzione principale e quindi oggi abbiamo riproposto, come negli anni scorsi, la linea dell'astenersi da compiti non propri dei docenti, come la partecipazione a commissioni, visite guidate, e le gite". In modo tale da consentire ai professori di "dedicare tempo ed energie soprattutto agli studenti". L'anno scorso l'invito a non accompagnare gli alunni in gita ebbe "molto seguito", sottolinea Cadoni. Di qui, la decisione presa stamattina di reiterare il blocco delle gite.  All'assemblea della Gilda ("C'erano oltre 200 persone", riferisce Cadoni) e' intervenuto in videoconferenza il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio per parlare delle proposte del sindacato (l'area contrattuale separata e il Consiglio superiore di docenza), ma anche delle prossime tappe che aspettano i docenti. La Gilda infatti vorrebbe costruire una mobilitazione nazionale, assieme ad altre sigle, sui problemi della scuola.

Quanto alle proposte messe sul piatto, il Consiglio superiore di docenza avrebbe la funzione di organo consultivo su scelte didattiche e formative, ma anche di mediazione nei contenziosi che coinvolgono i docenti raggiunti da
richiami o sanzioni. "Di casi come questi ce ne sono anche a Bologna- fa sapere Cadoni- non tanti, ma ci sono: non e' un fenomeno particolarmente elevato, pero' ci sono dirigenti che, alla luce dei decreti di Brunetta, si sentono
investiti di un fuoco sacro e non si fermano alle contestazioni scritte" agli insegnanti. Un preside puo' comminare una sospensione fino a 10 giorni dal lavoro, l'Ufficio scolastico puo' imporla anche per piu' giorni. E a Bologna c'e' stato
un caso di uno stop di cinque giorni. "Se un docente viene sanzionato deve rivolgersi direttamente al giudice del lavoro. Con il Consiglio di docenza si potrebbe provare ad avere una mediazione", spiega dunque Cadoni.