Bologna, 7 ottobre 2011 - QUANTO spende il Comune per la cancelleria, la carta e il materiale d’ufficio? E, soprattutto, quanto spreca per semplice mancanza di controlli sugli acquisti? Due interrogativi che il consigliere del Pdl Lorenzo Tomassini ha rilanciato ieri in una conferenza stampa, per denunciare quella che, a suo avviso, è un’anomalia di Palazzo D’Accursio.
Tutto è cominciato dalla richiesta, fatta dal gruppo politico di Tomassini, di acquistare materiale di cancelleria. Il consigliere si è trovato davanti un elenco di 7mila articoli, forniti da Altercoop, secondo una convenzione che fissa i prezzi proposti al Comune.
Tomassini, come ha spiegato, ha visto che «Altercoop si è impegnata a fare uno sconto del 45,8%». Ma il problema sarebbe il prezzo di partenza. Prendendo, ad esempio, una scatola di punti metallici, Altercoop la fa pagare a Palazzo D’Accursio 90 centesimi, che diventano 49 applicando lo sconto da contratto. Lo stesso prodotto, però, «su internet si trova a 20 centesimi — sottolinea ancora Tomassini — e la stessa Altercoop ai singoli privati lo fa pagare 24 centesimi». Come si spiega?, chiede il consigliere. E ancora. Una confezione da cinque blue-ray, che sul web si può acquistare persino a 25 euro, il Comune la paga con lo sconto 89 euro, ma il prezzo base è di 164 euro, mentre ad un privato Altercoop la vende a 32,5 euro.
«Questo la dice lunga sull’attenzione che i dirigenti del Comune mettono sui fornitori e sulla gestione amministrativa — attacca Tomassini —, forse anche a causa di indirizzi politici all’acqua di rose». Il consigliere berlusconiano si augura che «questo lavoro venga valutato anche dalla Procura. Non adombro ipotesi di reato, ma credo che serva un’indagine».
Il contratto tra Comune e Altercoop «viene reiterato da tempo», sottolinea Tomassini, e l’ultimo rinnovo risale all’inizio del 2010, con scadenza a dicembre 2011.
Su questo caso, annuncia il consigliere del Pdl «presenteremo una catena di interrogazioni per sapere quanto viene speso per la cancelleria, quali sono gli articoli più richiesti e quale è stato il fatturato di Altercoop in questi anni». I dati, del resto, parlano chiaro. «Il Comune spende in media il 33-35% in più su questi prodotti rispetto agli ordini online — sottolinea Tomassini — e il 10% in più rispetto a un singolo privato che si rivolge ad Altercoop». Secondo il capogruppo del Pdl in Comune, Marco Lisei, «si prefigura una grave responsabilità politica e amministrativa». E se per il berlusconiano Patrizio Gattuso, quella del Pdl «è un’operazione trasparenza», Daniele Carella sintetizza: «Una roba così è una presa in giro. Il listino prezzi è stato piegato in base a quanto si voleva incassare».
Questi dati, aggiunge Lisei, «dimostrano che la manovra del Governo va nella direzione giusta, perché i margini di spreco sono sempre ampi». Concorda Tomassini: «Per mesi la Giunta se l’è presa con i tagli del Governo, spaventando i cittadini, parlando di tagliare i servizi. Piuttosto, Merola guardi bene all’interno del Comune e scelga bene i suoi dirigenti».