Bologna, 12 ottobre 2011 - Non solo i lavoratori del Gruppo Fiat. Il prossimo 21 ottobre incroceranno le braccia per otto ore a Bologna anche gli addetti del settore ciclo e motociclo, della componentistica e degli autobus. A scioperare, dunque, saranno anche i dipendenti di aziende come la Ducati Energia e la BredaMenarinibus. Anche perché «a Bologna rischiamo di perdere tutto il settore del motociclo, con migliaia di disoccupati».

Ad annunciarlo ieri pomeriggio è stato Bruno Papignani, segretario provinciale della Fiom, dopo aver incontrato in mattinata tutti i delegati del comparto. A scioperare il 21 ottobre, dunque, saranno una quarantina di aziende, che occupano in totale 5-6mila persone. «L’atto della Fiat di lasciare Confindustria ha un senso più generale — spiega Papignani — disegna un nuovo modello sindacale, autoritario e aziendalista, e i settori del motociclo e della componentistica sono i più esposti a questi tentativi».

Ma non è l’unica ragione. Il settore del motociclo, sottolinea Papignani, «vive le stesse dinamiche dell’auto», con lo spostamento della produzione all’estero e le ricadute negative sulle aziende che fanno componentistica. Sul fronte dei consumi, il settore soffre della contrazione di disponibilità economica delle famiglie e dei singoli: «L’unico segmento che resiste — puntualizza Papignani — è quello delle moto Gran turismo, prodotti di lusso, i cui consumi crescono del 7%». Per il resto, ricorda il segretario Fiom, «in un anno il settore ha perso il 16%».

L’ultima di queste perdite è la Malaguti: «Da tre anni vado dicendo che avrebbe chiuso i battenti, ma nessuno mi ha mai ascoltato — rimprovera Papignani —, e adesso l’azienda ha optato per la chiusura preventiva, licenziando grazie a un accordo che prevede 30mila euro di buoni uscita, il tutto per evitare la cassa integrazione e avere gli stabilimenti liberi a fine ottobre». Anche per questo Papignani non esclude di coinvolgere i parlamentari, perché il Governo metta in campo una «politica industriale» per il comparto del motociclo, ad esempio «finanziando la creazione di distretti della componentistica, in modo che le aziende restino sul territorio e producano componenti di qualità». Del resto, aggiunge Papignani, «se la Ducati fa moto omologate per il mercato europeo in Thailandia e fa realizzare la componentistica in Indonesia o in Vietnam, invece che a Bologna, il problema bisogna porselo». Di questo e altri temi si parlerà oggi al tavolo del sindacato con la Regione e Confindustria, previsto per fare il punto della situazione; tavolo «che arriva tardi, visto quante azienda abbiamo perso in questi mesi», ma che è necessario per ridare fiducia al settore e stabilire una linea di azione.

Un altro nodo è il settore trasporti, sul quale, continua Papignani, «abbiamo chiesto un incontro con il Governo da tempo, per capire se sono in cantiere idee di politiche industriali sul comparto, sia pubblico che privato». Intanto proseguono le trattative di BredaMenarinibus con i turchi tra ipotesi di ridimensionamento e veci di corridoio sul coinvolgimento di aziende cinesi, e «sembra che negli uffici del gruppo sventolino già le bandierine straniere». Le aziende che non parteciperanno allo sciopero, «saranno coinvolte nella mobilitazione con iniziative ad hoc, previste dopo il 21 ottobre, ma ancora in fase di preparazione», conclude Papignani.