Bologna, 1 novembre 2011 - Se c’è una cosa da cui il federalismo dovrebbe stare doverosamente alla larga, quella è la mobilità. E’ immaginabile un sistema di trasporti dove regole e cartelli cambino da regione a regione, da provincia a provincia, persino da comune a comune? Sarebbe come cambiare lo scartamento delle rotaie per evitare ‘invasioni’ alla stregua della dissolta Urss.

Eppure è quello che sta succedendo in questa bizzarra Italia da quando, nell’estate 2010, le nuove disposizioni del Codice della strada hanno dato facoltà agli enti gestori delle varie strade o autostrade di varare ordinanze per imporre agli automobilisti di circolare con gomme antineve montate o con le catene a bordo.

Quindi, carta canta, transitando tra il 15 novembre al 15 aprile sull’asfalto di Pavullo nel Frignano ( sole o neve non conta) all’automobilista di passaggio potrebbe essere contestata la mancanza di «speciali pneumatici invernali idonei alla marcia su neve o ghiaccio o, in alternativa, di idonei mezzi antisdrucciolevoli», come recita l’ordinanza 222 del 10/10/2011 a fima del responsabile del presidio di polizia municipale, ispettore capo Luciano Barresi. E se qualcuno ha in mente le pratiche ‘calze’ per rivestire le gomme, se le scordi. Non valgono. I nostri legislatori si sono arresi solo lo scorso anno all’equiparazione formale fra catene e pneumatici termici. Di più non si poteva pretendere.

A Sassuolo, che non è dall’altra parte del mondo, l’obbligo vale solo se non sono passati gli spalaneve e quando sulla carreggiata ci sono più di 5 centimetri di neve. E con le multe non si scherza: da 80 a 318 euro per velocipedi e motocicli (che con la neve chissà dove vanno) e da 39 a 319 per gli autoveicoli. In ogni caso, regna il federalismo sanzionatorio: a Milano, lo scorso anno, la gabella viaggiava sui 78 euro, salvo ricorsi per via dei cartelli non adeguati.  Da oggi scatta l’obbligo di avere almeno le catene nel bagagliaio sull’autostrada A1 da Casalecchio ad Arezzo e su quasi tutte le statali che si gettano oltre gli appennini (si veda il grafico qui sopra).

Dal 15 novembre l’obbligo varrà anche per il tratto dell’A14 dal raccordo di Ravenna a Pesaro. Da Bologna a Milano e da Bologna a Padova? Non pervenuto per ora. Così come per tante altre arterie, comunali o provinciali, in cui il cartello (su fondo blu) potrà comparire da un giorno all’altro.

A Modena il sindaco Giorgio Pighi ha già replicato l’ordinanza comunale dello scorso anno, mantenendo però l’obbligo di attrezzarsi solo «in presenza di fondo stradale innevato o ghiacciato nel periodo invernale compreso fra il 15 novembre 2011 e il 15 aprile 2012». Dove hanno già affrontato la bufera è Reggio Emilia. Qui tre consiglieri del Pdl denunciarono che l’amministrazione comunale aveva intenzione di «introdurre l’obbligo di montare gomme da neve nel periodo invernale». Non parliamo quindi di catene da 50-100 euro, ma di treni da 400-800 euro, capaci, in una città supermotorizzata come quella emiliana (circolano oltre 145mila mezzi, ciclomotori esclusi) di mandare a catafascio interi bilanci familiari. Alla fin fine l’assessore alla Mobilità, Paolo Gandolfi, ha dovuto innestare la retromarcia su terreno viscido per spiegare che «Era solo un’ipotesi, nulla di concreto, stiamo valutando». Facendo capire che si potrebbe arrivare ad un’ordinanza in salsa modenese.
Se non altro perché già lo scorso anno i gommisti andarono in tilt senza bisogno di aiuti ‘esterni’. Il mercato delle gomme termiche, che pochi anni fa era di nicchia, ora vale almeno 10milioni di pezzi. Soldi buttati? No, e per più di un motivo. in primis, le gomme termiche possono salvare la pelle a chi le indossa. E non è solo una questione di neve: sotto i 7 gradi le scarpe estive non funzionano più al meglio. E d’altronde neppure i cristiani indossano le ciabatte a dicembre. Secondo, ogni treno circolerà per circa sei mesi, quindi, durerà il doppio.

Ma se qualcuno vuole indignarsi, il momento è consono, eccone materia: se i provvedimenti in arrivo ricalcheranno quelli dello scorso anno parleranno genericamente di «obbligo per tutti i veicoli», quindi anche autocarri grandi e piccoli, che sono poi le barriere di traverso che al primo spruzzo bianco tagliano in due l’Italia.
In realtà per gli autocarri non esiste, a differenza di quelli per le auto (contraddistinti dalla sigla M+S) una vera classificazione giuridica europea degli pneumatici da neve che consenta agli addetti ai controlli di identificarli senza incertezze e quindi di sanzionare chi non li monta. Pertanto, i mezzi pesanti sono di fatto esentati. Da un lato perché il loro battistrada è più profondo di quello delle auto (se in buone condizioni, sia chiaro), dall’altro perché il settore, alle prese con una crisi feroce, si metterebbe di traverso di fronte all’ipotesi di sganciare per legge da 400 a 600 euro a gomma. In realtà i tir dovrebbero avere almeno le catene, ma montarle è una tale impresa che molti rischiano senza.

Cosa significa per un automobilista coscienzioso? Che avere le gomme termiche o le catene (saperle montare è un discorso a parte) non mette al sicuro da un infernale 17 dicembre 2010 quando a migliaia restarono intrappolati sulla Firenze-Pisa. Per evitare uno scenario simile la provincia di Firenze sta preparando un’ordinanza. Anche quella sarà da tenere a mente oltre a mille altre. E se qualcuno pensa di orientarsi nel federalismo a quattro ruote grazie a Internet, se lo scordi. Noi ci abbiamo lottato per giorni. Finendo con l’ordinare quattro gomme termiche.