Bologna, 7 novembre 2011 - Trova "assurdo e profondamente sbagliato" fare allarmismo dicendo che anche Bologna "e' seduta su una bomba d'acqua" come ha detto il geologo Mario Tozzi, perche' "non e' cosi': il fiume Reno non scorre sotto la città".

Tuttavia, Emanuele Burgin, assessore provinciale all'Ambiente, ammette che un problema di un territorio reso piu' fragile da un eccessivo consumo di suolo c'e'. "Il tema della eccessiva urbanizzazione e' vero e la volonta' della Provincia in questi anni e' stata quella di lavorare per frenare il consumo di suolo. "Forse- afferma l'assessore - 'frenare' e' diventata oggi una parola troppo moderata e bisogna cominciare a dire che occorre fermare il consumo di suolo: questo e' un problema oggettivo da affrontare al di la' degli allarmismi".

Come quelli che Burgin imputa a Tozzi quando ha detto: "Quello che e' successo a Genova e' una tragedia. Ma altre citta' possono diventare delle bombe".  Per esempio, ha aggiunto il geologo, "sotto il suolo di Napoli scorre il Simeto, a Palermo il Kemonia e il Papireto, a Bologna il Reno". E Burgin e' saltato sulla sedia: il fiume Reno "non e' tombato, non passa sotto Bologna, ma la lambisce scorrendo tra Casalecchio e Borgo Panigale verso Castel Maggiore. Le sue esondazioni ci sono state e le abbiamo viste nella 'bassa'" e dunque "e' assurdo e profondamente sbagliato fare dell'inutile allarmismo: i cittadini lo devono sapere, Bologna non e' seduta sopra una bomba d'acqua". Sotto la citta' scorre invece il canale di Reno che intercetta il fiume a Casalecchio "in modo controllato, con paratie e saracinesche che possono essere chiuse e spesso vengono chiuse. Non c'e' nessun motivo per fare dell'allarmismo". E al momento, la situazione dei fiumi non segnala "situazioni di criticita'.

Rispetto al rischio idraulico (e cioe' l'esplosione della furia dei fiumi), Burgin ricorda che nel bolognese funziona una rete di rilevamento e telecontrollo che consente, "grazie all'esperienza e al know how che abbiamo, di sapere che una piena a Vergato arrivera' sei ore dopo a Casalecchio e quindi siamo in tempo per gestire
eventuali rischi di esondazione". Cio' non toglie che i rischi e i problemi ci siano: il territorio di Bologna "e' franoso". Ma ci sono anche "regole ferree": in Appennino lo spostamento di una quantita' di terra superiore ai 30 metri cubi deve avere l'ok della Comunita' montana o dell'Unione dei Comuni competente per territorio.
Insomma, rivendica l'assessore, "non siamo al Far west".

Ma forse il problema sta anche nel consumo del territorio che c'e' stato negli anni passati. "E' vero- riconosce Burgin- veniamo da decenni in cui l'impermeabilizzazione del territorio e' stata eccessiva": dal 1980 al 1993 il tasso di consumo di suolo e' stato di 5,6 chilometri quadrati all'anno, dal '93 al 2000 di 4,9 chilometri quadrati e nell'ultimo decennio di 2,4. Troppo, ammette Burgin. Per questo piu' che di frenare il consumo dice che si dovrebbe parlare di "fermare". E' "vero- prosegue- che i nostri Comuni sono cresciuti troppo e per una serie di motivi, tra cui il fatto che i bilanci dipendevano dagli oneri di urbanizzazione, quindi per far quadrare i conti c'era bisogno di seguire questo meccanismo" e di dare spazio alle edificazioni. Ma ora "grazie ai Piani strutturali associati tra Comuni (i nuovi Prg) si e' cominciato a superare l'approccio individualista e la mancanza di una visione comune sul consumo di suolo". Insomma, sintetizza Burgin, "stiamo frenando il consumo di territorio, lavoreremo per fermarlo sia che le piene ci siano, sia che non ci siano".