Bologna, 10 novembre 2011 - Differenze di stile. Da una parte i trentenni che imbrattano un muro scrivendo ‘Silvio è morto’, con tanto di testa decapitata. E dall’altra un gruppo di ventenni, studenti universitari che organizza una colletta per comprare titoli di stato e sostenere il sistema Italia. La forma, in questo caso, è veramente sostanza. Stefano Onofri e due amici hanno aperto un sito internet per raccogliere la chiamata dell’imprenditore Giuliano Melani.

«Non si può pensare sempre di fare la ‘rivoluzione dopo pranzo’, ci sono stati uomini e donne che hanno dato la vita per questo Paese e per la libertà, noi possiamo almeno dare un po’ di soldi», ha scritto il manager in un appello alla nazione pochi giorni fa. E ha chiesto a tutti gli italiani di comprare i titoli di Stato, per mettere un argine a questa pazza corsa dello spread

 Ed ecco che un volenteroso e coscienzioso gruppo di studenti risponde. Oggi alle 17,15 si troveranno di fronte alla propria aula, in via Ranzani, e avvieranno una colletta. Poi, con il piccolo malloppo, entreranno in banca e compreranno i titoli di Stato italiani. Per diffondere l’idea come un virus hanno persino aperto un sito internet: www.ognipromessaedebito.com. «Il debito pubblico italiano lo abbiamo accumulato tutti noi in tanti anni — dichiarano i ragazzi —. C’è chi dice che la colpa è della mala amministrazione politica italiana degli ultimi 15 anni. Certamente. Ma se è vero che il grado di responsabilità di un politico che ha fallito nell’amministrare il proprio Paese è alto rispetto a quello di un qualsiasi cittadino, è indubbio che la questione ci riguarda tutti, e nessuno può proclamarsi ‘innocente’». Chiarissimo. E allora cosa fare?

«Non siamo impotenti di fronte a queste complicate crisi: noi siamo l’economia reale, noi nelle leggi del mercato siamo la ‘domanda’ e dobbiamo ricordarci che abbiamo un peso importante. Mandando a ruba i titoli di Stato italiani, possiamo frenare questa pazza corsa dello spread ed evitare che l’Italia bruci ancora miliardi di euro nei prossimi giorni, quei miliardi che dovranno servire a noi per garantirci pensioni, assistenza sanitaria, istruzione e servizi di ogni genere». E poi danno una semplice lezione di economia, per chi ha orecchie per intendere: «L’idea è semplice quanto efficace. Se una persona mette parte dei suoi soldi in titoli italiani, inizierà a interessarsi alle sorti dello Stato. Perché? Perché sarebbe uno di quei rari casi in cui è evidente che l’interesse personale e quello della comunità coincidono». Senza bisogno di nessun megafono per infamare un nemico da distruggere, senza essere grandi capitani d’industria con liquidità illimitata, senza l’intenzione di calcare le scene delle tribune elettorali, una lezione di civiltà per tutta la città. Altro che graffiti...