Bologna, 13 dicembre 2011 - Stangata di Natale per le famiglie bolognesi. Il regalo, lasciato dall’ex commissario, ora neo ministro Anna Maria Cancellieri, aspettava sotto l’albero da marzo scorso, assieme all’aumento delle rette dei nidi e del servizio di refezione. Si tratta delle nuove tariffe dei servizi integrativi pre e post scuola, che hanno registrato un aumento pari al 300%: da 120 euro a 370, nella tariffa massima, che sale a 750 euro per chi ha due figli.

«Un mezzo stipendio», protestano le mamme, nelle lettere inviate, fra gli altri, anche all’assessore all’istruzione Marilena Pillati. «Che le tariffe sarebbero state ritoccate si sapeva da aprile — scrivono i genitori —, ma l’entità dell’aumento è stata volutamente criptata». L’assessore declina ogni responsabilità, indicando nei Quartieri gli enti incaricati della comunicazione dettagliata del provvedimento. Sul piatto anche la decisione del Consiglio di Stato, che aveva decretato il blocco degli aumenti alle rette. «Quella sentenza si riferisce solo alle tariffe dei nidi — corregge l’assessore Pillati —, mentre per quanto riguarda i servizi integrativi siamo in attesa dell’esito definitivo del ricorso al Tar».

Nell'attesa, la Giunta può fare ben poco: per modificare un provvedimento del commissario, infatti, «occorre un atto del Consiglio, previa discussione approfondita sul tema». Tempi a parte, la grande incognita resta la dichiarazione Isee: molte famiglie non l’hanno presentata, sapendo di non rientrare nel limite minimo di reddito per ottenere detrazioni, 10mila euro. Con l’aggiunta delle nuove fasce di reddito, la linea di demarcazione si sposta a 40mila euro annui, così che molti che avrebbero avuto diritto a riduzioni si sono ritrovati a pagare la quota massima, senza poter riparare all’errore.

«Abbiamo telefonato per chiedere spiegazioni — scrivono le mamme Paola Casagrande, Jessica Scala e Sofia Cioni — e per sapere se, portando questo benedetto Isee, si potesse riparare alla mancanza: ci è stato risposto che non si può fare altro che pagare e dare disdetta del servizio a luglio prossimo». Su questo punto, l’assessore Pillati si mostra però disponibile: «Stiamo valutando come intervenire: se non ci sono ostacoli legislativi e formali, una soluzione è accogliere le richieste delle famiglie, attribuendo a ciascuno la fascia di reddito corretta».

E visto che a Natale siamo tutti più buoni, a indorare l’amara pillola c’è ‘Io vado in bus’, iniziativa congiunta di Provincia e Atc, con cui 5.700 alunni di prima elementare da tutta la provincia potranno viaggiare gratuitamente sui bus urbani ed extraurbani. La distribuzione delle tessere, valide fino a dicembre 2012, è cominciata ieri.