Bologna, 13 dicembre 2011 - Riprende a crescere la produzione dei rifiuti in Emilia-Romagna. Ma, almeno, si differenzia di piu’.

Per la prima volta, infatti, nel 2010 la quota di raccolta differenziata ha superato la quantita’ di rifiuti buttati indistintamente nei cassonetti. L’immondizia separata a seconda del tipo di materiale ha superato il tetto del 50% (50,4 per la precisione), con un aumento del 3,1% rispetto al 2009. A contribuire decisamente a questa inversione di tendenza sono le tre province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, che hanno raggiunto una quota di raccolta differenziata pari, rispettivamente, a 58,4%, 56,6% e 54,1%. Sopra al 50% anche i territori di Modena (52,1%), Ravenna (53,6%) e Rimini, che in un anno ha fatto un balzo del 10%, toccando quota 51,4% di raccolta differenziata.

La maglia nera resta invece saldamente nelle mani di Bologna, che a livello provinciale si ferma al 40,7% mentre a livello del Comune capoluogo fa pure peggio: la raccolta differenziata in citta’ e’ pari solo al 34,8%. Sotto la media regionale anche le province di Forli’-Cesena (48,1%) e Ferrara (45,2%). Il report regionale 2011 sulla gestione dei rifiuti (i dati si riferiscono all’anno precedente) e’ stato presentato oggi in Regione dall’assessore all’Ambiente di viale Aldo Moro, Sabrina Freda, insieme al responsabile di Arpa, Vito Belladonna.

Il problema di Bologna si conferma, di fatto, il piu’ sentito a livello regionale. “Ci vuole uno scatto d’orgoglio- manda a dire Freda- e mi sento di chiedere un maggior impegno, perche’ la percentuale di Bologna pesa molto sia sulla stessa provincia sia sul dato regionale. E’ vero che la raccolta differenziata e’ cresciuta, ma molto poco: servono strategie diverse, che siano differenti anche da zona a zona della citta’”.
Secondo l’assessore regionale, “non e’ detto che la raccolta porta a porta sia la soluzione per tutti i casi: dipende dal contesto”. In fondo, rileva Freda, “la maggior parte della raccolta differenziata viene intercettata tramite i cassonetti”.

A livello regionale, il 33% della raccolta differenziata viene fatta attraverso i cassonetti e l’11% deriva dal porta a porta.
Anche l’Arpa striglia il capoluogo emiliano. “Cosi’ non va- scuote la testa Belladonna- la presenza dei cassonetti dell’indifferenziato e’ sicuramente un parziale disincentivo.

Servono strategie diverse, ma soprattutto bisogna dare un segnale chiaro ai cittadini”. Il riferimento e’ alla mancanza di una vera raccolta differenziata nel centro storico di Bologna. Qualche aiuto per migliorare la situazione sotto le Due torri puo’ arrivare dalle isole ecologiche, che “intercettano il 29% della raccolta differenziata”, e dal passaggio dalla tassa alla tariffa dei rifiuti, che genera “un aumento di qualche punto percentuale” sulla raccolta differenziata.