Bologna, 15 dicembre 2011 - Solo uomini giusti e onesti possono salvare il Paese: nuove regole o nuovi trattati non bastano. Lo sostiene il cardinale arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, nel corso della messa celebrata oggi 15 dicembre nello stabilimento della Ducati. Caffarra usa toni decisi nella sua omelia. "Nessuna speranza, neppure terrena - avverte il cardinale- puo' ragionevolmente aversi se non mettiamo l'uomo e la sua dignita' come il fine e lo scopo di ogni organizzazione politica e sociale". Ma, sostiene Caffarra, "non sono nuove regole, nuovi trattati o nuove strutture che da sole possono garantire l'uomo. La vera forza e' o non e' insita nella liberta' dell'uomo, perche' la vera forza e' l'amore di cio' che e' bene e giusto". Insomma, insiste Caffarra, "la vera forza sono uomini generosi, onesti e giusti. E' questa la garanzia della consistenza della societa', della nostra nazione. E questa non e' assicurata da niente e da nessuno, se non dalla salvezza offertaci da Cristo".

Il cardinale esordisce nella sua omelia sottolineando che "stiamo vivendo giorni tristi, perche' nel cuore si sta estinguendo la speranza: la speranza di assicurare un avvenire ai propri figli, la speranza di poter pensare ad una vecchiaia serena. Cio' su cui si conta per la vita, la normale sicurezza della nostra esistenza sembra si stia paurosamente sgretolando". Di fronte a questa caduta, pero', "esiste qualcosa su cui fondarsi assolutamente incrollabile - assicura Caffarra- e' l'affetto di Dio per ciascuno di noi". Ma forse, aggiunge, "non siamo convinti fino in fondo che esiste un tale Dio, un Dio cioe' che si interessi, che si prenda cura di ciascuno di noi". Del resto, sottolinea il cardinale, "l'essere privi di speranza non e' la conseguenza semplicemente della negazione di Dio, e' la conseguenza della negazione della sua presenza nel mondo".

Insomma, afferma Caffarra, "la fede e' la roccia immutabile su cui fondare la nostra vita e non c'e' crisi finanziaria o economica che possa erodere questo fondamento". Il cardinale ha poi concluso la messa impartendo una benedizione particolare alla Ducati, alla sua dirigenza e ai lavoratori. "E' un atto di profonda e sentita gratitudine questa benedizione- spiega Caffarra- che sia un tetto per proteggere questa azienda cosi' consapevole della sua responsabilita' sociale e per difenderla dalle difficolta' gravissime che attraversano il nostro Paese, l'Europa e un po' tutto l'Occidente". Caffarra e' arrivato alla Ducati intorno alle 16.

L'altare era stato allestito proprio di fianco alla linea di produzione, nel cuore della fabbrica, ed era sormontato da uno striscione rosso con la scritta Ducati appeso al soffitto. Caffarra, al termine della messa, ha visitato lo stabilimento e il museo Ducati, accompagnato dall'amministratore delegato Gabriele Del Torchio. "Siamo molto grati per la sua presenza - si e' rivolto al cardinale l'ad - ha santificato quello che per noi e' il tempio del lavoro. In questo momento cosi' difficile, noi crediamo al valore del lavoro e riteniamo fondamentale la guida illuminata della Chiesa e la guida delle istituzioni. Potremo uscire dalla crisi solo se riscopriamo il valore dell'unita'".

Presenti alla messa anche il presidente di Unindustria, Alberto Vacchi, il segretario della Cisl Alessandro Alberani, il numero due della Provincia, Giacomo Venturi, l'assessore regionale alle Attivita' produttive, Giancarlo Muzzarelli, e il presidente del Quartiere Borgo Panigale, Nicola De Filippo. Assente, per problemi personali, il sindaco di Bologna, Virginio Merola: al suo posto, il capo di gabinetto Marco Lombardelli.

Insieme a Caffarra, ha concelebrato la messa il parroco di Borgo Panigale, don Piero, che ha rivolto una preghiera particolare perche' "questa azienda continui a dare lavoro ai giovani". Il parroco ha pregato anche
perche' "il Signore faccia dono del lavoro, della speranza e della solidarieta' a chi e' disoccupato" e perche' il Governo "operi per il bene comune". Una preghiera particolare e' stata poi rivolta per i morti sul lavoro. Alla messa hanno partecipato oltre 200 persone, molte delle quali in piedi. Prima di Caffarra, alla Ducati avevano fatto visita negli anni passati il cardinal Biffi e il cardinal Lercaro.

Alberani, soddisfatto per il risultato dell'iniziativa, ha ricordato che "il lavoro e' il motore pulsante della nostra societa'" e ha sottolineato che "mentre tutti delocalizzano, la Ducati si sposta solo di poco". Per Venturi, "originalita', qualita' e passione hanno creato il mito Ducati e sono gli stessi elementi che oggi devono essere al centro per superare la crisi e per mantenere o riacquistare competitivita'". Ma questi fattori "necessitano che sia sempre riconosciuto il valore del lavoro e del lavoratore, anche nei momenti piu' difficili", conclude il vicepresidente della Provincia.