Bologna, 27 dicembre 2011 - Solo “un inquadramento che ha avuto dei vizi, non altro. Ce ne fossero di amministrazioni come queste in grado in modo trasparente di riconoscere gli errori....”. Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, prova a spegnere il caso Lombardelli, dopo la lettera dell’ex responsabile di Gabinetto.

 

Merola, facendo oggi il bilancio dei primi sette mesi di mandato, ribadisce quanto affermato in Consiglio comunale venerdi’ (“Ci ha immediatamente avvisato quando si è reso conto di questo cortocircuito”), cioè dopo lo scoppio del caso. In ogni caso, il sindaco promette un esito “rapidissimo” dell’inchiesta interna. “Renderemo note le risultanze di questo lavoro di verifica- ha detto- si tratta di verificare se ci sono state trascuratezze da parte degli uffici, cosa che io non credo”.

 

Per la parte politica, il caso per il primo cittadino è finito. “Capisco che è su questo che mi si vuole colpire, ma io sono perchè la politica riconosca i propri errori e rivendichi il fatto di saperli riconoscere”. Dunque “eccessivo” il clamore suscitato dal caso, sul quale “ci siamo fatti anche troppo male”.

 

Merola minimizza sulla portata di quanto è avvenuto. “In corso d’opera ci siamo accorti di un errore, che in buona fede ci ha segnalato lo stesso Lombardelli. Ma mi preoccupano le dimensioni della cosa. Avevamo tutta la legittimita’ di assumere Lombardelli, c’è stato un errore nell’inquadramento, si poteva rimediare riclassificando l’inquadramento, ma lui stesso ha voluto sgomberare il campo dimettendosi. Un errore piu’ riparato di cosi’ non lo vedo

 

Invece, avverte Merola, “se si continua ad alimentare un clima di sospetto e quasi di persecuzione di una persona”, cioè Lombardelli, “che non si capisce perchè avrebbe dovuto fare tutti questi intrallazzi per un inquadramento di questo tipo, allora si passa il segno. Questa è un’amministrazione trasparente- assicura il sindaco- qui non ci sono corrotti, qui non ci sono persone che usano la politica per i propri vantaggi personali. La misura è colma, è ora di chiudere questo capitolo. C’è una verifica aperta da parte dei dirigenti, ma questo accanimento nei confronti di una persona per far risaltare un errore che ha gia’ ammesso e al quale ha gia’ rimediato nel modo piu’ inequivocabile annunciando le proprie dimissioni mi lascia pensare su come è messa la politica”.

 

Un errore, quello sull’inquadramento, precisa ancora Merola, che “grazie anche alle segnalazioni arrivate dal Consiglio comunale abbiamo immediatamente corretto”. Il sindaco torna inoltre a smentire le spese fatte secondo l’ex assessore Amorosi dallo stesso Lombardelli (“è una grande bugia quella dei 30.000 euro di arredi”) e rilancia sul tema dei capi di Gabinetto non laureati. “Discutiamo questa legge in Parlamento, facciamoci dare un’interpretazione autentica. Ma che un sindaco non possa scegliere una persona di propria fiducia unicamente perchè c’è un tema di diploma o di laurea lo trovo incredibile. Abroghino l’articolo”.