Bologna, 27 gennaio 2012 - Quasi novanta minuti di terrore l’altra mattina per due donne nel podere Masarè della frazione Pioppe - Calvenzano al confine fra i territori di Vergato e Grizzana. «Abbiamo dovuto difenderci dagli assalti di un lupo fuggito solamente quando le guardie del corpo forestale dello Stato hanno fatto esplodere in aria un colpo di pistola», racconta ancora spaventata Silvia Magnotti. E’ una studentessa all’ultimo anno di veterinaria nell’ateneo di Bologna che si trovava in compagnia della madre, Franca Calzolari nel recinto del podere. La laureanda sgombera il campo da eventuali obiezioni: «So benissimo che il lupo non attacca l’uomo — tiene a precisare — ma in questo caso abbiamo assistito al comportamento anomalo di un animale che, se non proprio un lupo puro, è almento un ibrido. Può essere stato tenuto in cattività o addirittura curato dall’uomo fino al punto di fargli perdere la paura nei confronti dell’essere umano».

Erano le 8,30 quando l’animale ha fatto il primo blitz nel cortile dove si trovavano anche due cavalli, una capretta e alcune pecore. «Mi sono precipitata fuori di casa — racconta ancora Silvia — quando ho sentito le urla di mia madre che cercava di intimorirlo, ma senza risultati, a colpi di badile. Anche la nostra cagnetta, Schiva, lo affrontava coraggiosamente, ma quella bestia continuava a mostrare i denti con il labbro superiore sollevato. Si allontanava per qualche istante e poi tornava alla carica». Dalla caserma della Forestale di Vergato sono giunti tempestivamente sul posto l’ispettore superiore Memmo Cesareo e gli agenti Alessandro Di Candia e Giovanni Scalici. Gli uomini hanno cercato di allontanare l’animare a sassate, ma il lupo è rimasto nel cortile.

«Assomigliava veramente a un lupo», commenta il comandante Cesareo che poco dopo aver dato l’allarme alla polizia provinciale e al servizio veterinario dell’Ausl ha dovuto sparare un colpo in aria per evitare conseguenze peggiori. A questo punto la bestia si è dileguata nel bosco rendendo quindi inutile il programmato intervento di Rudy Berti, il responsabile del centro per la tutela ed il recupero della fauna esotica e selvatica di Brento di Sasso Marconi.

 Qualche anno fa il podere Masarè è stato teatro di uno sterminio di pecore in due distinte nottate, ma poiché il comandante della Forestale garantisce che in zona non si è mai registrata la presenza di cani rinselvatichiti non è escluso che l’autore della strage sia lo stesso animale entrato in azione l’altra mattina.