Bologna, 27 gennaio 2012 - La predilezione per un’Audi S6 è costata cara ad un gruppo di persone che in poco più di un mese (fra la fine del 2011 e l’inizio del 2012)  sono ritenute responsabili di aver messo a segno quattro assalti a sportelli bancomat, fatti esplodere con una pericolosa miscela di gas. Così, alle prime ore dell’alba del 24 gennaio, i carabinieri di Bologna hanno messo fine alla loro attività, arrestando - in esecuzione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dal pm Giampiero Nascimbeni, 6 uomini ritenuti responsabili - a vario di titolo - di furti mediante esplosione di sportelli bancomat di istituti di credito e di casse continue di esercizi commerciali, ricettazione e riciclaggio di autovetture, possesso di esplosivi e danneggiamenti.

Le indagini di un apposito nucleo dell'Arma avevano preso il via alla fine del mese di ottobre 2011, a seguito del furto di un’autovettura Audi S6 da una concessionaria di Borgo Panigale. L’episodio ha attirato particolarmente l’attenzione dei militari quando hanno riscontrato una singolare coincidenza: era già la seconda volta che l’autovettura veniva rubata. Circa un mese prima, infatti, l’autovettura era stata asportata dallo stesso autosalone ed utilizzata da due malviventi pugliesi per perpetrare poche ore dopo a Modena una rapina a mano armata. In quell’occasione gli stessi carabinieri erano riusciti ad arrestare i rapinatori ed a recuperare la vettura, restituendola all’autosalone.

Sulla base di tali elementi veniva immediatamente avviata un’attività d’indagine che ha consentito di far emergere l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata al compimento di assalti a sportelli bancomat: secondo l'accusa composta da uomini della provincia di Bologna e dell’hinterland milanese, diretta da un meccanico 45enne di origini sarde da anni residente a a Bologna.

In meno di tre mesi gli investigatori hanno raccolto e prodotto alla magistratura bolognese elementi probatori circa la presunta responsabilità del gruppo in almeno quattro colpi. In particolare:
• l’11 dicembre 2011 presso lo sportello bancomat della filiale della “BANCA POPOLARE DI RAVENNA” di Bagnacavallo (Ravenna): dopo averlo saturato di una miscela di ossido acetilene, lo facevano esplodere riuscendo a portar via oltre 37.000 euro in contanti. I malviventi fuggivano a bordo di una Bmw Serie 5 GT bianca rubata da un autosalone di via Mattei;
• il 12 dicembre 2011 presso la cassa continua del negozio “OBI” di via Zello a Imola: anche in questo caso, dopo averlo fatto esplodere saturandolo di una miscela di ossido acetilene, prelevavano oltre 123.000 euro fuggendo a bordo della citata BMW serie 5 GT;
• il 3 gennaio 2012, presso lo sportello bancomat della “Banca Barclays” di via Gramsci di Sesto San Giovanni (Milano): con analoghe modalità lo facevano esplodere, causando ingenti danni alla struttura, asportando oltre 11.000 euro in contanti e scappando a bordo di un’AUDI RS6;
• il 15 gennaio 2012, presso lo sportello bancomat della “UGF BANCA” di via Risorgimento di Zola Predosa (Bologna): con lo stesso sistema lo facevano esplodere prelevando oltre 40.000 euro. Anche in questo caso fuggivano a bordo della stessa Bmw usata per i precedenti colpi.
Secondo le risultanze investigative, il bottino sarebbe stato utilizzato utilizzato anche per l'acquisto di droga che alcuni avrebbero assunto ripetutamente durante la giornata cocaina.

Gli indagati stavano anche progettando, sempres econdo l'accusa, di lasciare l’Italia per trascorrere un periodo all’estero.
Quest’ultima risultanza ha motivato l’emissione d’urgenza di un decreto di fermo di indiziato di delitto che ha riguardato sei persone: due residenti a Bologna, uno a Granarolo, uno a Pianoro, uno a Sesto San Giovanni, uno a Concorrezo1.

Sono stati inoltre eseguiti decreti di perquisizione a carico di alcuni fiancheggiatori della banda, ritenuti responsabili di furto aggravato, detenzione di materiale esplodente e riciclaggio. Proprio in un box auto di Anzola, in uso a uno di questi, gli investigatori avevano individuato il nascondiglio della Bmw serie 5 Gt, che i malviventi tenevano occultata e pronta all’uso per portare a termine la maggior parte dei loro colpi, che è stata successivamente recuperata a Bologna. Nel corso dell'inchiesta i militari hanno inoltre sequestrato ulteriore materiale probatorio (bombole per acetilene, utenze telefoniche e capi di abbigliamento utilizzati durante i furti).