Bologna, 15 febbraio 2012 - Tu chiamale, se vuoi, manutenzioni. Apparecchiature elettriche e pneumatiche danneggiate da neve e ghiaccio, porte che non si aprono e che, una volta sbrinate, dopo pochi chilometri si ghiacciano di nuovo perché le guarnizioni sono vecchie. Pezzi di ricambio mancanti e che non sono subito disponibili per la sostituzione, come le valvole per l’alta tensione. L’odissea senza fine che si sta vivendo sui binari dell’Emilia Romagna è racchiusa tutta qui, in una serie di guasti più o meno grandi ai convogli, che portano per diversi giorni le carrozze in officina ad essere riparate. E i treni a saltare al ritmo di centinaia al giorno, come dei birilli.

Cosa c'è si chiedono tutti, utenti, semplici cittadini, che rende così impossibile rimettere sui binari gli stessi treni che c’erano prima della tempesta? Tutti, almeno, una spiegazione ce l’hanno: in questa débacle la prima imputata si chiama manutenzione. Meno del passato, affidata a un numero minore di addetti rispetto a qualche anno fa, insufficiente per rimettere in sesto convogli che sulle spalle hanno un’elevata anzianità di servizio. Troppo elevata.
Dei circa 500 treni che quotidianamente, in un giorno infrasettimanale, solcano i binari da Piacenza fino ad Ancona, fa sapere Trenitalia, più di 300 sono stati costruiti negli anni ‘80 e ‘90. A queste va aggiunta una piccola quota di convogli che risalgono addirittura a fine anni ‘70 (sottoposti a restyling nel 2000, per aggiungere alcune funzioni tecniche indispensabili come l’aria condizionata), mentre il restante, circa il 20% (Minuetto, Vivalto, per citare i più famosi), è sui binari solo da qualche anno. Nemmeno i treni messi in campo da Fer, la società della Regione Emilia Romagna, se la passano meglio: nonostante cospicui investimenti degli ultimi anni (nel 2011 siamo sui 171 milioni di spesa) l’età media è di ben 22 anni.

Inevitabile, dunque, che si creino disagi, in caso di neve e ghiaccio, su «materiale rotabile» (come viene chiamato in gergo) così vecchio. «Servirebbe più manutenzione ordinaria» spiega Giuseppe De Vito, segretario regionale dei ferrovieri Cgil. Ma non è che manca il personale per farlo? Secondo Maruzio Lago, segretario regionale di Uil Trasporti, sì: «I problemi sono sui convogli, la cui manutenzione, negli ultimi tempi, è stata in alcuni casi portata al di fuori dell’Emilia Romagna». «Il personale sarebbe anche sufficiente — dice invece De Vito —, il problema è che sull’aspetto della manutenzione l’azienda ha preso le distanze».

Trenitalia ribatte snocciolando alcuni dati: squadre di pulitori in servizio 24 ore su 24 dedicate allo sghiacciamento delle porte; 1.000 chili già utilizzati di prodotto anti-gelo per aprire gli ingressi delle carrozze sigillati dal ghiaccio; oltre 250 addetti fra personale proprio e ditte appaltatrici per le pulizie; turni anche il weekend nelle officine.
Intanto, però, le cancellazioni non si fermano e nessuno sa quanto ci vorrà perché la situazione torni alla normalità. Di sicuro diversi giorni. Alcuni degli stessi sindacalisti non riescono a capire perché l’emergenza si protragga così a lungo. «Ne parleremo nel prossimo incontro con l’azienda — dice Aldo Cosenza, segretario regionale Fit-Cisl —. O Trenitalia continua con le soppressioni perché così risparmia, oppure quello che sta succedendo non si spiega».
Per chi dovrà muoversi sulla rete ferroviaria regionale, oggi e nei prossimi giorni, oltre al biglietto è consigliato portare in stazione anche un’altra cosa fondamentale per il viaggio: la pazienza.