Bologna, 4 marzo 2012 -  “Mi ipnotizzava quasi. Da quanto io possa ricordare fu la prima volta in cui mi sia commosso davvero, scontrandomi con un’emozione totale e disarmante. E chi lo sapeva che dopo qualche anno avrei incontrato per caso lo stesso signore che si era inconsapevolmente insinuato nel mio immaginario ancora infantile eppure già manomesso dalla forza educativa dei suoi versi”. Non c’è stato bisogno della musica, per far commuovere Marco Alemanno al funerale dell’amico e compagno Lucio Dalla (guarda il video del suo intervento). E per far venire i brividi alle oltre seimila persone dentro San Petronio (guarda le foto).

 

Alemanno, che nei giorni scorsi in pubblico in via D’Azeglio o dietro la bara in Piazza Maggiore, è sempre stato visto straziato dal dolore, al termine della messa nella basilica ha letto dal microfono il testo de “Le Rondini”. E, sempre con lo stesso tono di voce, come se fosse la prosecuzione della canzone di Dalla, ha aggiunto il suo pensiero. “La voce delle rondini, poi un fischio lontano. Avevo solo dieci anni, ogni mattina prima di andare a scuola anche io sognavo di poter entrare dentro i fili di una radio e volare sopra i tetti delle città e con la polvere dei sogni, volare volare al fresco delle stelle anche più in là, proprio come cantava quel signore nel disco che aveva comprato papà. E non ero mai stanco di ascoltare quel brano, solo quello, mi ipnotizzava quasi, mi prendeva per mano e mi faceva girare il cielo come le rondini”.

 

“Da quanto io possa ricordare - ha proseguito l’attore - fu la prima o una delle prime volte in cui mi sia commosso davvero scontrandomi con un’emozione totale e disarmante. E chi lo sapeva che dopo qualche anno avrei incontrato per caso lo stesso signore che si era inconsapevolmente insinuato nel mio immaginario ancora infantile eppure già manomesso dalla forza educativa dei suoi versi”. “E chi avrebbe immaginato - ha continuato a leggere Alemanno - che addirittura avrei finito per lavorarci insieme, chiedendogli pure di eseguire dal vivo per la prima volta il brano che mi aveva fatto sognare così tanto anche dopo negli anni. Invece è successo. E da diverso tempo ormai ho il piacere, l’onore e il privilegio di crescere al fianco di Lucio, il cantante, il musicista, il regista ma soprattutto l’uomo eterno bambino a cui devo già tanto perché nonostante tutto il tempo che è passato io risento ancora quel fischio lontano”. “Torno a chiudere gli occhi e mi perdo di nuovo come tanti anni fa nel mare e nel cielo dei sogni - ha concluso l’amico -. Solo che oggi, a differenza di allora, conosco benissimo quel signore che canta Le Rondini. Oggi posso spiegargli che cosa mi ha dato e continua darmi. Oggi insieme a voi posso dirgli grazie”.