Bologna, 15 marzo 2012 - BATTE il ritmo la tammorra, il grande tamburo che scandisce il tempo della pizzica, fenomeno musicale e di costume, danza che, dal Salento, ha invaso il mondo trovando a Bologna un pubblico vastissimo. Ha infatti appena festeggiato in città i dieci anni di attività Tarantarte, la più longeva scuola di pizzica italiana, seminari e corsi che registrano sempre il ‘tutto esaurito’ e una fama che ha superato i confini nazionali, con la richiesta di lezioni anche a Parigi. Maristella Martella ha fondato e dirige, insieme a Silvia de Ronzo, la scuola.

Perché una scuola di pizzica proprio a Bologna?
«C’è un legame molto stretto tra Bologna e il Salento, anche per gli studenti che venivano qui all’Università. Adesso il flusso è inverso e il Salento è una delle mete più amate dai bolognesi che, in massa, seguono ogni estate la ‘Notte della Taranta’, il grande festival dedicato a questa musica e a questa danza. E, a settembre, cercano una scuola dove poter imparare il ballo che hanno visto, e provato, nelle tante piazze del Sud».
Come vanno le iscrizioni?
«Da qualche anno è un vero boom, specie ai corsi per principianti. Noi accettiamo sino a 40 allievi e iniziamo a ottobre, adesso organizziamo anche lezioni a partire da gennaio per soddisfare le richieste. Poi ci sono gli stage, i laboratori, i viaggi di studio, è una attività che continua sino a luglio. In agosto, la scuola si trasferisce nel Salento».
Quando è nata Tarantarte?
«Tutto è iniziato da un incontro con Eugenio Bennato, che ha visto, a fine anni 90, un mio spettacolo ispirato al folklore del sud al teatro San Martino. Insieme abbiamo progettato la scuola. Da allora siamo stati ospitati in diverse sedi, adesso i corsi si svolgono al Centro Isadora, mentre al Teatrino degli Illusi organizziamo seminari e piccoli concerti».
Che genere di pubblico frequenta la sua scuola?
«Non esiste una tipologia di aspiranti ballerini di pizzica, ci sono i ragazzi molto giovani, sedotti dalla Notte della Taranta e le famiglie al completo. Non c’è un limite di età abbiamo ballerini di 70 anni e molti uomini. Oltre alle lezioni, portiamo gli allievi con noi in viaggio per incontri con altre forme di culture tradizionali. Siamo stati in Egitto, Etopia, Tunisia...».
 

TRA LE APPASSIONATE bolognesi di questa danza c’è Marina Senin Forni, presidente regionale del Fai, organizzatrice di mostre e eventi culturali fortemente legata al Salento, che frequenta da anni. «Ho incontrato la pizzica — racconta — molti anni fa, in un Salento completamente diverso da quello turistico di adesso. Una terra rurale, misterica, con i suoi riti, come la festa di San Rocco, che si svolge in agosto a Torrepaduli, dove alcune famiglie di origine rom danno vita alla danza delle spade, una forma di pizzica della tradizione, che mi colpì profondamente, così lontana dalle versioni più ‘leggere’ che si ballano oggi». Marina Forni ha invitato in città anche un grande esponente della pizzica più tradizionale come Pino Zambia.
 

Pierfrancesco Pacoda