Bologna, 22 marzo 2012 - Chi partecipa agli incontri per la benedizione pasquale degli uffici della Provincia di Bologna deve farlo al di fuori dell’orario di lavoro, dunque timbrando il cartellino in modo da entrare in pausa. A precisarlo è il direttore e segretario generale di Palazzo Malvezzi, Domenico Maresca, con una comunicazione inviata a tutti i dipendenti (vota il nostro sondaggio).

 

Qualcuno di loro, infatti, aveva chiesto delucidazioni rispondendo al messaggio con cui si avvisavano i lavoratori della benedizione di quest’anno, che si è svolta ieri. “Con riferimento alle richieste pervenute, si precisa che la partecipazione, su base volontaria, dei dipendenti agli incontri in cui verrà impartita la benedizione pasquale dai parroci competenti per le varie sedi della Provincia- scrive Maresca- dovrà avvenire al di fuori dell’orario di lavoro”. I dipendenti sono invitati, pertanto, “ad utilizzare la modalita’ in uso nell’ente- conclude il direttore- per la segnalazione della pausa”.

 

Della vicenda si parla anche sul sito dell’Unione deli atei e agnostici razionalisti di Bologna. “è ancora lunga la strada per arrivare ad essere liberi dalla religione cattolica per i dipendenti della Provincia- si legge nell’ultimo post pubblicato- ma un primo passo è stato compiuto” con la comunicazione ai dipendenti.

 

Per l’Uaar la questione non è nuova. “Sapevamo che la presidente Beatrice Draghetti usa il suo ruolo istituzionale per promuovere la religione cattolica tra i dipendenti”, recita il post. Gia’ nel 2007 “avevamo avuto una corrispondenza via mail dopo che aveva inviato a tutto il personale il programma della XX Decennale eucaristica fornitole dalla parrocchia”, ricorda l’Uaar, mentre “nel 2008 avevamo protestato nuovamente, questa volta per il suo invito alla benedizione pasquale inviato a tutti gli uffici e a tutti i dipendenti, nel quale la presidente Draghetti consentiva di praticare e partecipare ad atti di culto cattolici in tutti gli uffici e in orario di lavoro”. Dunque “nessuna meraviglia che questo malcostume sia continuato negli anni”, continua il post.

 

“Lo stesso copione si è ripetuto infatti il 6 marzo scorso”, con la comunicazione relativa alla benedizione di ieri. “La nostra lettera del 2008 si concludeva con la richiesta di ‘conferma del fatto che la presenza al rito religioso in oggetto avvenga in regime di permesso non retribuito’”, ricorda l’Uaar: “Non avevamo mai avuto risposta, ma quest’anno è intervenuta la direzione della Provincia specificando cio’ su cui la presidente Draghetti glissava sempre, ossia che prima di mettersi a praticare atti di culto sul luogo di lavoro occorre almeno prendere un permesso non retribuito”. A questo punto la questione “è stata specificata meglio- commenta Antonio Dalmasso, delegato Usb- anche se, a onor del vero, si puo’ dire che la prassi è sempre stata quella di non considerare la partecipazione a questi appuntamenti come attivita’ in orario di servizio”.
 

Fonte Dire