Bologna, 30 marzo 2012 - COME sta suo marito?
«È ancora grave, in pericolo di vita. Ho potuto vederlo anche oggi a Parma (ieri; ndr), ma è sedato, in coma farmacologico. Non parla, è tutto fasciato come una mummia con le bende che gli lasciano scoperto solo un pezzetto di viso. Così non sembra neanche un essere umano. Posso solo sperare che da un momento all’altro si svegli, ma non è così».

Tiziana, la moglie dell’artigiano che si è dato fuoco, è una donna forte, provata da una tempesta improvvisa che ha sconvolto la vita della famiglia.

Lei ha detto che non se lo aspettava.
«Questo gesto non appartiene all’uomo che ho conosciuto, qualcosa di grosso deve averlo cambiato. Ora io devo essere forte anche per lui».

Com’è il Giuseppe con cui lei condivide la vita da un quarto di secolo?
«Una persona umile, corretta, dedita alla famiglia e al lavoro. È un gran lavoratore e ha sempre pagato le tasse. Ama la sua famiglia, tutta. E, quando ha potuto, ha aiutato chi era in difficoltà».

Questa volta in difficoltà era lui.
«Non mi sono mai accorta di nulla, mai sospettato un suo disagio. Su tutto quello che è successo sto ancora cercando di informarmi per capire. È una persona equilibrata, con la testa sulle spalle. Se ha fatto quello che ha fatto un motivo ci deve essere».

Lei ha spiegato che non aveva lavorato per qualche tempo, a causa della crisi.
«Aveva qualche difficoltà sul lavoro, è stato fermo per un po’, ma il lavoro non è mai stato un problema. Devo ancora capire davvero. La nostra è una storia semplice, perché noi siamo persone semplici».

Il caso di suo marito non è il primo del genere, ma ha suscitato un’ondata di emozione unica.
«Quello che è successo ha sconvolto l’Italia e dovrebbe sconvolgere anche chi l’ha perseguitato. Chi ruba miliardi non va mai in galera mentre chi si alza alle 6 del mattino per guadagnarsi il pane fa la fine di mio marito. Se è arrivato a tanto, vuol dire che si sentiva perseguitato. Ha subito una grande ingiustizia».

È emerso un contenzioso importante con il fisco. Anche dalle lettere sembra che suo marito abbia voluto tenerla al riparo da questa vicenda.
«Se è tutto vero quello che si dice, vuol dire che ha cercato di proteggermi e tenermi fuori da tutto. Nessuno ha mai avuto niente da dire sul suo conto».

Mercoledì in tribunale lo attendeva un patteggiamento.
«Non so nulla neanche di questo».

di Enrico Barbetti