Mordano, 6 aprile 2012 - UN VIOLENTO nubifragio accompagnato da un’abbondante grandinata (oltre i 10 centimetri) si è abbattuto ieri, nel primo pomeriggio, nella zona di Mordano. Una precipitazione intensa come da queste parti non si vedeva da tempo e che ha interessato anche tutta l’area compresa tra Massa Lombarda e Conselice (Ravenna). Le prime gocce sono cominciate a cadere dal cielo attorno alle 15, con la perturbazione che ha poi aumentato pian piano la sua intensità. In tutto il temporale è andato avanti per poco meno di un’ora e la tanta pioggia arrivata tutta in un colpo solo ha mandato in tilt l’intero sistema fognario del paese. Ecco perché sono stati numerosi gli allagamenti – perlopiù negli scantinati – che hanno reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Imola. I centralini del 115 hanno infatti cominciato a suonare attorno alle 15.30 con chiamate che si sono poi susseguite a ritmo serrato per circa un’ora. Tanti gli interventi portati a termine dai vigili del fuoco, intervenuti a Mordano con tre squadre e altrettanti mezzi provenienti da Imola, Budrio e Medicina. Le zone più colpite quelle di piazza della Pace, via Roma (completamente allagata) e via Chiavica.

IMPRESSIONANTE soprattutto la grandine scesa sul paese, non tanto per le dimensioni dei ‘chicchi’ bianchi quanto per la quantità caduta dal cielo, che ha costretto tanti mordanesi a tirare fuori la pala (riposta dopo le nevicate di gennaio e febbraio) per liberare l’ingresso delle loro abitazioni. «È un fenomeno non molto usuale per questo periodo – commenta il meteorologo imolese, Fausto Ravaldi – perché di solito arriva a maggio inoltrato, quando le temperature dell’aria sono più elevate». Purtroppo però, come conferma lo stesso Ravaldi, grandinate violente come quella andata in scena ieri pomeriggio rappresentano un’autentica sventura per l’agricoltura locale. «Ad essere messi peggio saranno sicuramente peschi e ciliegi – avverte il meteorologo –, perché i loro fiori sono già fecondati e andavano verso la trasformazione in frutto». Ma anche gli alberi di mele e di pere (che in questo periodo presentano gemme più piccole e fiori non ancora aperti) potrebbero aver riportato danni importanti.

Enrico Agnessi