Bologna, 6 aprile 2012 - Il ‘nuovo’ progetto di Passante nord a cui starebbe lavorando Società Autostrade non solo è più corto rispetto all’originale (come chiesto dalla Ue), ma avrebbe solo due corsie per senso di marcia. E non prevederebbe la “banalizzazione”, ovvero la trasformazione in arteria locale, dell’attuale autostrada che passa in mezzo alla Tangenziale di Bologna. A sollevare la questione è Andrea De Pasquale, ex presidente della commissione Trasporti della Provincia, membro del direttivo provinciale del Pd e tra gli oppositori al People mover. Un problema, quello del Passante nord in versione ridotta, colto anche da Emanuele Burgin, assessore all’Ambiente di Palazzo Malvezzi, che su Facebook scrive: “Il progetto originario aveva una sua logica territoriale, il Passantino Nord appare solo un interesse di Società Autostrade. Non ne abbiamo bisogno”.

 

Ma come stanno le cose? De Pasquale, nella sua consueta newsletter, spiega di aver parlato con qualche sindaco della prima cintura bolognese, peraltro già in fibrillazione per il Passante nord alternativo. Così è arrivata la conferma che “il tracciato che stanno cercando di far accettare ai sindaci con poco successo, e sul quale è in corso una trattativa con Società Autostrade e con il Ministero, è del tutto simile a quello che la Provincia giudico’ inaccettabile nel 2010”.
Inoltre, rivela De Pasquale, “pare che questo nuovo percorso sia a sole due corsie per senso di marcia. Se fosse vero, sarebbe la prova che Società Autostrade non ha alcuna intenzione di banalizzare l’attuale tracciato interno alla tangenziale, che da qualche anno dispone della terza corsia dinamica”.

 

In altre parole, sostiene De Pasquale, il nuovo tracciato di Passante nord, se davvero a due corsie, “è evidentemente sussidiario, non sostitutivo, rispetto all’esistente. Una scelta anche lungimirante, dal punto di vista di Società Autostrade, in vista dell’entrata in servizio della Variante di Valico e dell’ipotesi di quarta corsia fino a Imola”.
Sarebbe invece meno utile a Bologna, aggiunge il democratico, dal momento che “contraddice molti degli obiettivi territoriali e ambientali sui quali si era fondato il progetto originario. E stravolga la pianificazione comunale sin qui laboriosamente definita”. In sintesi, il Passante nord ridotto sarebbe lungo una trentina di chilometri (contro i 41 originali) e andrebbe da Borgo Panigale a San Lazzaro (non più da Lavino a Ponte Rizzoli) passando più vicino alla città, cioè attraverso Calderara e Castelmaggiore, lasciando all’esterno Granarolo e Castenaso.

 

“Per scongiurare una deriva del tipo Val Susa, già paventata da alcuni sindaci, e per evitare che le virtuose affermazioni dei documenti di pianificazione siano poi contraddetti da metodi e scelte di segno contrario, esiste una sola strada- avverte dunque De Pasquale- quella della trasparenza e della verità. Se c’è in campo un tracciato alternativo, questo va reso pubblico e sottoposto a tutte le verifiche e i passaggi che ha dovuto superare quello originario. Non sono possibili scorciatoie, bisogna giocare a carte scoperte”. Il monito è in particolare diretto a Regione e Provincia. “Nessuno puo’ sentirsi autorizzato a impegnare la propria Istituzione, e quindi il territorio, nell’accettare una qualsiasi resa o arretramento rispetto ai requisiti urbanistici e ambientali che devono obbligatoriamente accompagnare un progetto come quello del Passante Nord”, manda a dire De Pasquale.

 

Secondo il democratico, dunque, sulla bretella autostradale non bisogna cedere, “anche se l’arretramento fosse il prezzo da pagare per il miliardo abbondante di euro di finanziamento del Passante. Sarebbe comunque un atto incauto, irrispettoso del lavoro di progettazione e pianificazione svolto, offensivo della memoria e dell’intelligenza dei nostri concittadini, e oso dire pericoloso per la coesione e la pace sociale dei nostri territori”. De Pasquale parla chiaramente di “tendenza furbesca che non è purtroppo frutto della mia fantasia, ma di un atteggiamento frequente in diversi amministratori e dirigenti politici”.

 

Insomma, sul Passante nord serve chiarezza e in questo senso è “essenziale capire cosa esattamente abbia chiesto l’Unione Europea in quella famosa lettera di luglio 2010. L’ho chiesta alla Provincia, che pero’ mi ha risposto di non averla. Una cosa di per sè alquanto curiosa- ragiona De Pasquale- dato che è a quella lettera che tutti fanno risalire la bocciatura del Passante nord come previsto nel Ptcp e quindi la necessità di un percorso alternativo e abbreviato”. Anche sulla lettera della Ue non mancano pero’ i dubbi. La missiva di Bruxelles “aveva ad oggetto problemi di mercato e di rispetto delle regole di concorrenza negli appalti- ricorda De Pasquale- e si preoccupava che fossero rispettati i principi di concorrenza anche in questa opera. Mi era sempre apparso strano che un ufficio europeo esperto di appalti, contratti e mercati si fosse preso la briga di entrare nel merito del contenuto tecnico e trasportistico del progetto, intimando una riduzione del tracciato, senza dare peraltro indicazioni quantitative”.

 

Fonte Dire