Bologna, 17 aprile 2012 - In ottobre si difese a gran voce pubblicamente e si affrettò a portare in Procura una relazione per rivendicare che il finanziamento da un milione di euro concesso dalla Regione Emilia-Romagna alla cooperativa Terremerse era del tutto regolare. Lo fece a tempo di record, facendo giungere in Procura la sua difesa appena cinque giorni dopo l’uscita dell’articolo de “Il Giornale” sulle presunte irregolarità nella concessione del contributo alla cooperativa allora presieduta da suo fratello.

 

Oggi, invece, il numero uno della Regione, Vasco Errani, sembra orientato a scegliere una strada diversa. Finito indagato per falso proprio per quella relazione che consegnò agli inquirenti (la firmò Filomena Terzini, ma Errani preparò una lettera d’accompagnamento in cui ribadiva la correttezza della Regione), con tutta probabilità il governatore pare che non chiederà al pm Antonella Scandellari di essere interrogato. Linea, questa, che sarebbe il frutto dei suggerimenti del suo avvocato, Alessandro Gamberini. “La riserva la scioglieremo solo il 22 aprile (ossia l’ultimo giorno utile per le difese, ndr), ma l’orientamento è quello”, conferma l’avvocato parlando alla Dire.

 

Tra l’altro, oltre che a non chiedere l’interrogatorio, per il momento la difesa non sembra nemmeno intenzionata a presentare una memoria difensiva. Questo perchè si conta sul fatto che a scagionare Errani dall’accusa di falso (per cui il 17 marzo ha ricevuto un avviso di fine indagine dalla Procura) basteranno le memorie tecniche e gli scritti difensivi che presenteranno gli altri funzionari regionali, a partire proprio da Terzini, dirigente degli Affari istituzionali, che materialmente stese la relazione 'incriminata' di concerto con Valtiero Mazzotti, direttore generale del settore Agricoltura.

 

Terzini, tramite il suo legale Nicola Mazzacuva, nei primi giorni dopo la 'bufera' sollevata dall’invio degli avvisi di fine indagine, annunciò l’intenzione di farsi interrogare. Disse che se quella relazione conteneva degli errori, non era certo colpa della Regione, a cui evidentemente mancavano delle informazioni che aveva invece il Comune di Imola (dove la cooperativa Terremerse presentò la pratica edilizia per la costruzione dello stabilimento vinicolo). Documenti e carte, disse l’avvocato Mazzacuva, a cui Terzini “non aveva accesso”.
Disse che avrebbe “chiarito tutto” e che aveva intenzione di chiedere subito l’interrogatorio davanti al pm Scandellari.
Per il momento, però, non lo ha chiesto. Come non l’hanno ancora chiesto gli altri indagati, ad eccezione di stato Aurelio Selva Casadei, il collaboratore del Servizio aiuti alle imprese della Regione che avrebbe attestato il falso per far ottenere il finanziamento a Terremerse. nei giorni scorsi il suo legale ha fatto richiesta formale di interrogatorio.