Berlino, 20 aprile 2012 - LO CHIAMEREMO il fattore B. B come Berlino, la capitale della Germania che viaggia a velocità doppia (gallerie d’arte, industria specializzata, investimenti immobiliari boom); ma anche B come Bologna, la capitale del settore food, della Motor Valley e della mobilità italiana. E poi B come business: quello delle aziende (150 le emiliane con legami commerciali con la Germania, in pole position il meccanico, Audi-Ducati insegnano), ma anche quello immobiliare, visto che sono decine i bolognesi che hanno investito nel mattone tedesco. Comprando a prezzi stracciati ex filatoi nel quartiere ebraico — che ora sono gallerie d’arte à la page —, oppure ristrutturando appartamentini socialisti a Prenzlauer Berg (senza bagno) e affittandoli a prezzi che garantiscono redditi sicuri.

ITALIA-GERMANIA anno zero, il futuro è qui. Il fattore B e la sinergia Audi-Ducati-Lamborghini rilancia l’asse Bologna-Berlino, sbiadito da tempo anche per motivi logistici. Come raggiungo la capitale tedesca se non esiste un collegamento aereo? Lufthansa, la maggiore compagnia aerea europea, dal 3 giugno ci mette una pezza: voli giornalieri da 49 euro. Norbert Lubben, vicepresidente dei servizi commerciali di Lufthansa, ha le idee chiarissime: «Prestissimo avremo un nuovo aeroporto, il Willy Brandt di Brandeburg, Bologna rientra in questo progetto — dice il top manager —. Intanto perché da Bologna arrivano moltissimi turisti e molti italiani che vivono a Berlino useranno Bologna per rientrare in Italia; poi c’è il business delle piccole e medie imprese, che vengono da Bologna in Germania soprattutto per farmacia, chimica e meccanica. E infine l’Università: l’Alma Mater di Bologna ha tanti legami con gli atenei di Berlino». Ad esempio la connessione Sant’Orsola-Charité, i due policlinici delle città che spesso operano in sinergia.

DAL SETTORE sanitario a quello delle farmacie. Celesio, multinazionale tedesca, detiene le Farmacie comunali di Bologna ormai dall’era Vitali. Un business sempre in crescita, che fattura oltre 200 milioni di euro all’anno per il maxi gruppo del settore farmaceutico. «La Germania è meta di investimenti diretti italiani — spiega Ines Aronadio, direttore dell’Istituto per il commercio estero di Berlino —. Gli imprenditori italiani hanno investito in Germania 36,26 miliardi di euro in 503 aziende. Molte richieste di espansione verso l’estero sembrano finalizzati ad allargare la richiesta per beni e servizi prodotti in Italia». E il procedimento è anche inverso: «Gli investitori tedeschi hanno investito in Italia 29,8 miliardi di euro secondo le ultime statistiche — spiega Aronadio —. I principali settori di destinazione sono stati nel 2009 l’industria chimica, con 1.624 milioni di euro, e quella meccanica con 999 milioni di euro».

BOLOGNA è al centro dei cento chilometri d’oro del benessere italiano: «Oggi, pur avendo mantenuto nel corso degli ultimi 10 anni un posto privilegiato come fornitori del mercato tedesco, ci troviamo a dover far fronte a una concorrenza sempre più aspra da parte dei Paesi extra-europei ed in particolare da parte dell’Asia e dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, ndr). Cionostante l’acquisizione della Ducati da parte dell’Audi fa ben sperare per eventuali ulteriori alleanze italo-tedesche — chiude Aronadio —. Le aziende sono sempre più interessate al mercato tedesco e a ricercare rapporti di collaborazione più stabile nel tempo, almeno a giudicare dalla tipologia di domande di assistenza che pervengono al nostro ufficio».

E’ NEL MATTONE che la ricchezza (quella scampata alla crisi, s’intende) si proietta maggiormente. Almeno una trentina i bolognesi che hanno comprato casa a Berlino: «Nel decennio 1994-2004 i prezzi degli immobili hanno avuto un crollo in città — dicono dall’agenzia immobiliare Front Line, specializzata proprio in compravendite internazionali —, e solo negli ultimi tre anni la situazione si è stabilizzata. Gli investitori si sono resi conto che le proprietà immobiliari a Berlino sono tra le meno costose in Europa. La rendita media di uno stabile di appartamenti affittati è tra il 4% ed il 10% con mutui a tassi bassi fino al 3-4%». Una coppia bolognese, ad esempio, grazie a un’eredità aveva fra le mani oltre 300mila euro liquidi: ha acquistato un’abitazione in Stralauer Allee, strada di un quartiere una volta industriale lungo le rive del fiume Sprea, e in pochi anni ha guadagnato diverse decine di migliaia di euro. Ma oltre al meccanico, alla chimica e all’immobiliare è il turismo uno dei gangli della connessione Berlino-Bologna: «Moltissimi italiani vengono in Germania per turismo e molti proprio a Berlino — spiega Thomas Eggert, nuovo direttore generale per l’ Italia di Lufthansa trapiantato a Milano —. Le persone che giungerà in città saranno ‘colorate’: uomini d’affare e famiglie, ma anche giovani di tendenza e artisti». Perché l’altra grande risorsa di Berlino sono proprio le gallerie d’arte: più di 450, un vero record. Artefiera ad esempio ha legami fortissimi con la Germania. Vicino ad Alexanderplatz, a un tiro di schioppo dai concept store più stilosi del Mitte, il cuore trasandato chic di Berlino, in una ex fabbrica di margarina è sorto l’istituto d’arte contemporanea Kunst-Werke: all’interno del cortile un cubo d’acciaio e vetro ospita il Café Bravo. Trovare una misticanza italiana, un buon caffè emiliano e vini nostrani non è una chimera.

dall’inviato Valerio Baroncini