Bologna, 28 aprile 2012 - Alla ‘Villa del Tiglio’, tra Bologna e Villanova, ci andava per gustare una pizza o una grigliata, ma il più delle volte piatti e posate finivano da parte per lasciare spazio al microfono. Perché tanti clienti, sconosciuti soprattutto, si avvicinavano a Giorgio Consolini per chiedergli di interpretare per loro un vecchio motivo legato a un amore finito o ancora in corso e, comunque, a un ricordo. E Giorgio, allora, scuoteva la testa, ma l’accenno di sorriso che accompagnava quel gesto tradiva la sua gioia. E allora partiva e la sua voce ridava vita a festival di anni lontani, quando divideva il palcoscenico con la sua grande amica Nilla Pizzi, con Gino latilla, con Carla Boni, con Claudio Villa, con Flo Sandons, con Achille Togliani.

Gli stessi spettacoli tornati improvvisamente in scena oggi, alla notizia della morte di Giorgio, a 91 anni, all’ospedale Maggiore di Bologna, un anno e un mese dopo la scomparsa della Nilla. Bolognese doc, Consolini aveva cominciato a cantare, a un certo livello, nel 1947, dopo l’incontro con Teddy Reno, titolare di una casa discografica. Poi, nel ’53, la prima volta al festival di Sanremo con cinque motivi, le trasmissioni radiofoniche con l’orchestra del maetro Cinico Angelini, annunciata dalla sigla ‘C’è una chiesetta, amor, nascosta in mezzo ai fior...’, le tournée in ogni angolo del mondo, i rientri, le nuove partenze, le esibizioni, qua e la, negli anni Ottanta, con il complesso «Quelli di Sanremo», insieme con Nilla Pizzi, Gino Latilla e Carla Boni.

Viaggi e motivi, sulla base di una lunga scia di applausi. Gli anni non gli avevano sbiadito la voce e neppure spento l’entusiasmo. E così non era difficile incontrarlo nei locali bolognesi dovunque ci fosse un po’ di musica. Giorgio ascoltava, ma ogni volta il richiamo del palcoscenico lo spingeva verso il microfono. Negli ultimi tempi si vedeva in flash sempre più rari, qua e là, sempre accompagnato dalla moglie Lina: al ‘Palomar’, sulla San Vitale, nella zona di Casalecchio, a casa del chitarrista Alfredo Medici e di sua moglie Rina e, anche con loro, alla Villa del Tiglio, di Damiano Parisi, dove Giorgio alternava pizze e beguine. «Il Tango del Mare», «Cenere», «Polvere», «Tutte le Mamme», «Cancello tra le Rose», «Vecchio scarpone», «Giamaica»: ricordi di anni lontani, radio e volti costruiti dall’immaginazione. «Ed ecco a voi Nilla pizzi, Carla Boni, Gino Latilla e Giorgio Consolini», annunciava il prsentatore, mentre note e fantasia viaggiavano insieme. Si è spenta la radio, ma la voce di Giorgio è rimasta nell’aria, come sempre, da quasi settant’anni.

di Gianni Leoni