Bologna, 29 aprile 2012 - Il procuratore Valter Giovannini ha incaricato la Digos di acquisire le pagine Facebook e i link postati dal capogruppo Pdl a Crevalcore, Agnese Valente, in merito alla discussa vicenda che la vede coinvolta. Alla vigilia della Festa della Liberazione aveva cliccato ‘mi piace’, sulla pagina Facebook di un conoscente, alla foto di un bimbo di pochi anni nudo, intento a fare pipì, accompagnato da una didascalia offensiva nei confronti del 25 aprile e dei partigiani.

Dopo le proteste del centrosinistra che ne ha chiesto le dimissioni in Consiglio comunale, Valente si era difesa sostenendo che «il polverone sollevato era strumentale»: quell’immagine (bimbo in primo piano e sullo sfondo, sfocata, la scritta Anno XIV e un fascio littorio) le era piaciuta perché «goliardica», e non aveva dato alcun «peso politico all’immagine». 

E' stato aperto un fascicolo che al momento è solo conoscitivo. Si potrebbe astrattamente ipotizzare il reato pervisto dall'articolo 290 del Codice penale 'vilipendio della Repubblica e delle Istituzioni', dove, al secondo comma, è punito chi "vilipende le forze armate dello stato o quelle della Liberazione". Il reato è stato depenalizzato ed è attualmente punito con una multa che va dai 1000 ai 5000 euro.

 

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