Anzola dell'Emilia (Bologna), 9 giugno 2012 – Inizialmente doveva trattarsi di una spedizione punitiva per convincerlo a rassegnarsi alla fine del suo matrimonio invece e’ degenerata in un agguato mortale. Per la morte di Dino Reatti, 48 anni, artigiano di San Giovanni in Persiceto i carabinieri hanno fermato tre persone: la moglie, l’amante di lei, ed un amico. Sono tutti accusati di concorso in omicidio volontario. Non è stata contestata la premeditazione. L’uomo, trovato in fin di vita giovedì notte nel cortile della abitazione di campagna ad Anzola Emilia, nel Bolognese, dove viveva da separato in casa con la moglie, era deceduto poco dopo in ospedale.

 I due erano in corso di separazione ed il marito, in passato, era stato denunciato dalla coniuge per maltrattamenti. Il fatto di sangue, sarebbe maturato secondo gli inquirenti, nel contesto di un rapporto coniugale burrascoso. Sembra, inoltre, che la vittima avesse contratto debiti con i soldi della moglie. Così, secondo la ricostruzione di inquirenti ed investigatori, sarebbe maturata la decisione di dare una lezione al 48enne per indurlo ad abbandonare la casa e a cessare le vessazioni.

Per i militari, la moglie, 44 anni, centralinista presso una società di guardie giurate era a conoscenza del piano criminale ed avrebbe ammonito ai due esecutori materiali basta che non lo ammazzate . Dopo un lunghissimo interrogatorio l’amante della donna, 35 anni di San Giovanni in Persiceto, ed il suo complice di 40 anni residente a Nonantola (Modena), hanno confessato l’aggressione. Quella notte i due avevano staccato i cavi delle luci esterne del casolare. Poi l’agguato. La vittima, di corporatura robusta, ha reagito ed è stato massacrato dai due uomini riportando lesioni profonde al volto e alla testa. Per l’aggressione sono state utilizzate due spranghe di ferro.

 

Fonte Agi