Anzola dell'Emilia (Bologna), 15 giugno 2012 - ANCORA non si trova la seconda spranga di ferro che avrebbero usato i presunti omicidi per l’uccidere Dino Reatti, l’artigiano di 48 anni morto a causa dei traumi in quella che doveva essere una spedizione punitiva, in via Turrini ad Anzola.

La motivazione dell’omicidio pare dovesse essere un avvertimento per Reatti a lasciare in pace definitivamente l’ex moglie, Sonia Maria Bracciale, fidanzata con uno degli aggressori e presunta mente del blitz finito in tragedia. Ieri pomeriggio alcuni sommozzatori dei vigili del fuoco hanno cercato la spranga nel canale di bonifica che scorre nei pressi della casa di campagna dove, la mattina di venerdì scorso, si è consumata l’aggressione. Mentre i carabinieri della locale stazione – che conducono le indagini agli ordini del maresciallo capo Piergiorgio Madonno hanno perlustrato nuovamente la zona.

I POMPIERI si sono immersi sotto al ponte. Hanno ispezionato l’acqua sottostante e quella in un raggio di una ventina di metri. Secondo le dichiarazioni, contrastate, rese dai due presunti omicidi, Thomas Sanna e Giuseppe Trombetta, fermati poche ore dopo la morte di Dino Reatti, la spranga è stata gettata nell’acqua.
Un’altra spranga era stata ritrovata lo stesso giorno della morte di Reatti sempre nel tratto del canale ispezionato ieri. «L’acqua molto torbida e il fondo ricco di melma rendono la ricerca difficoltosa — ha spiegato uno dei sommozzatori —. Ma se ce lo chiederanno faremo ulteriori immersioni».

«L’acqua del canale cala moltissimo — ha assicurato un residente del luogo — quando viene utilizzata per irrigare le coltivazioni. Succede verso fine di agosto, il canale rimane in pratica in secca e si vede il fondo. Quindi, presumibilmente, gli eventuali oggetti abbandonati si possono trovare». I pompieri nella ricerca di ieri hanno rivenuto un treppiedi di metallo, oggetto però subito scartato per la sua scarna maneggevolezza. E’ stato poi trovato un pezzo di ferro tondo e grosso, probabilmente un gambo di un antenna tv, buttato tra dei cespugli lungo via Turrini. Ma i carabinieri anche in questo caso hanno escluso che si potesse trattare dell’arma del delitto mancante. Il pezzo di ferro, per via della pesantezza, è risultato inadatto per essere tenuto in mano.

UNA VOLTA che i sommozzatori sono riemersi e finito il loro lavoro, sono entrati in azione alcuni trattori con delle lunghe braccia meccaniche taglia erba. I militari dell’Arma hanno fatto tagliare l’erba lungo gli argini, per verificare meticolosamente se la spranga mancante fosse finita tra le erbacce. Ma la lunga operazione ha dato però esito negativo. I carabinieri stanno continuando l’attività investigativa, sentendo altri potenziali testimoni e non escludono ulteriori piste di indagine.

di Pier Luigi Trombetta