Castello di Serravalle (Bologna),16 giugno 2012 - UNA STORIA dai contorni boccacceschi, e anche con un pizzico di ‘spy-story’, si è conclusa con una bella multa da 3333,33 euro per la maestra sexy. Stavolta sul banco degli accusati non sono finite le curve mozzafiato — almeno per molti suoi sostenitori — di Michela Roth, ma il suo asilo, a Castello di Serravalle. La contravvenzione della polizia municipale della Valsamoggia è arrivata mercoledì scorso e l’infrazione fa riferimento alle legge regionale 1/2000 e al fatto che il servizio baby sitting svolto dalla Roth nell’asilo non fosse consentito in quelle modalità.

«La struttura — spiega il sindaco Milena Zanna — aveva un permesso per il piccolo nucleo educatico che avrebbe dovuto comprendere 5 bambini. La multa che è stata applicata dai vigili è un terzo del massimo che è 10 mila euro. Si tratta di una violazione amministrativa. Dispiace per la maestra, non c’è nessun accanimento, ma la legge regionale è molto chiara. Dopo un controllo la polizia municipale è costretta poi a procedere. La struttura non aveva la metratura necessaria per accogliere tutti quei bimbi. Ad oggi, comunque, al Comune non è arrivata ancora la comunicazione di chiusura dell’asilo». All’interno del plesso, secondo gli accertamenti, i piccoli superavano di gran lunga le cinque unità. Il dato era stato rilevato anche dalle riprese nascoste dai vigili in borghese.

L’ODISSEA della maestra sexy era iniziata lo scorso anno quando alcune mamme avevano ritirato i figli per delle foto piccanti della Roth apparse su internet. Da allora, la Roth ha toccato la quota record di oltre 25 mila amicizie su Facebook e sostiene di aver terminato l’attività il 17 aprile. «Ci credevo veramente in questo lavoro — spiega — ma dopo la riunione con le famiglie all’interno del municipio, i genitori hanno deciso di ritirare i bimbi. Alla fine ne erano rimasti due. Con così poche iscrizioni non poteva più andare avanti. Ho denunciato alla procura i vigili che mi hanno ripreso di nascosto. La notorietà per ora non ha portato alcun guadagno».

La Roth non getta la spugna: «Il servizio baby sitting che prevede che le famiglie si accordino con una maestra qualificata per tenere i figli, è consentito dalla legge regionale». Insomma, la Roth si sente perseguitata: «Mi hanno lanciato dei sassi contro l’auto», denuncia infine.

di Matteo Radogna