Bologna, 20 giugno 2012  - Il Comune di Bologna non sa se siano giunti in città i 27 agenti (tutti, una parte o nessuno) promessi dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri in virtù del patto per la sicurezza firmato nel settembre scorso.  Lo ha spiegato questa mattina il comandante della Polizia municipale di Bologna, Carlo Di Palma, nel corso della commissione sulla sicurezza svoltasi stamattina a Palazzo d’Accursio. “Questi 27 agenti sono quelli messi a disposizione dal ministero dell’Interno, non li gestiamo noi. In conferenza stampa fu detto dallo stesso Prefetto ‘Vedremo noi quando e come collocarli’ e io non posso fare il rendiconto sul numero di quanti agenti sono entrati, non è stato dato a me di gestire questa cosa”, spiega Di Palma nel rispondere alle domande dei quattro consiglieri di Pdl e Lega che avevano richiesto (da parecchi mesi) l’udienza conoscitiva di oggi (Lorenzo Tomassini, Marco Lisei, Michele Facci e Francesca Scarano) anche proprio per sapere se gli agenti di rinforzo promessi con il patto per la sicurezza fossero nel frattempo arrivati in città.

 

“Il patto di sicurezza non prevede per definizione un co-ruolo dell’amministrazione comunale- spiega Di Palma- semmai il sindaco in sede di comitato può sollecitare certi interventi, ma io non so dire di questi numeri”, afferma Di Palma, suscitando le ire della Lega nord con Manes Bernardini che più tardi afferma: “Significa che questo patto è carta straccia, siamo contraenti in un accordo di collaborazione e qui c’è un braccio che non sa cosa fa l’altro”. In realtà, la risposta di Di Palma provoca perplessità e sconcerto anche in altri, che però non hanno il tempo di replicare perchè la commissione sulla sicurezza viene aggiornata a data da destinarsi per un impegno del sindaco che alle 13.30 deve lasciare la seduta.

 

Nel fare il punto sulla sicurezza, al di là della questione dei 27 agenti promessi dal patto, il sindaco Merola spiega che l’amministrazione ha intenzione di assumere “nuove leve” per il corpo della Polizia municipale, nell’ordine di 100 uomini. “Dobbiamo trovare il modo per assumerli, nonostante tutte le difficoltà e i vincoli, non possiamo perdere l’occasione di farlo in questo mandato- spiega il primo cittadino- perchè altrimenti i vigili più anziani andranno in pensione e non ci sarà la possibilità di una formazione sul campo per i nuovi arrivati”. Quanto alla riorganizzazione del corpo già annunciata nei mesi scorsi, Merola spiega che l’idea “è basata sul vigile di prossimità in tutti i quartieri della città con un rafforzamento operativo per quanto riguarda il centro storico”.

 

In particolare, il sindaco punta a “concentrare un centinaio di agenti di Polizia municipale sulla città storica, senza sguarnire le periferie”, in modo che al piano di riqualificazione complessiva del centro storico si accompagni il “ripristino delle regole del senso civico a partire da questa zona, che è poi quella con cui ci offriamo al mondo”. L’idea è quella di ricreare la tradizione del vigile urbano “appiedato per le vie del centro storico e torna ad avere un rapporto di prossimità” con negozianti e altri punti di riferimento. Non sarà una riforma con la ‘r’ maiuscola, sottolinea Merola, ma una riorganizzazione a cui si arriverà dopo “una discussione con le organizzazione sindacali”. In termini più pratici, Di Palma poco dopo spiega che saranno creati sei reparti territoriali, a cui sarà aggiunta una struttura dedicata al centro storico. L’obiettivo principale che il Comune si pone è “l’applicazione del regolamento di Polizia urbana e lavorare sulle politiche di prevenzione”. 

 

LA NOTA DELLA PREFETTURA

 I 27 agenti di rinforzo promessi dal ministero dell’Interno in virtù del patto per la sicurezza stretto in febbraio con il Comune di Bologna sono arrivati sotto le Due torri il 30 marzo scorso e sono così suddivisi: otto in Questura; 10 al Reparto mobile; sette alla Polizia ferroviaria; due in servizio all’aeroporto. Lo rende noto la Prefettura in un comunicato. “Sono rinforzi che non gestiamo noi e io non posso fare il rendiconto sul numero di quanti agenti sono entrati”, ha detto stamattina Di Palma. Ora la Prefettura spiega che gli agenti sono tutti arrivati e sono in servizio sotto le Due torri dal 30 marzo.

 

TELECAMERE

Basta con le telecamere di sicurezza solo ed esclusivamente del Comune, ora Palazzo d’Accursio punta al modello delle città europee, Londra in primis, dove ci sono 20.000 occhi elettronici disseminati per la città, la stragrande maggioranza dei quali è privata ma 'prestata' al servizio pubblico. Lo spiega il comandante della Polizia municipale del Comune di Bologna, Carlo Di Palma, che oggi durante la commissione sulla sicurezza spiega che l’obiettivo non è aumentare il numero delle telecamere del Comune, quanto migliorare la qualità di quelle che già ci sono e, soprattutto, incentivare i privati a installarne di loro. La rete delle telecamere di videosorveglianza del Comune, oggi, conta 315 occhi elettronici, di cui solo 70 di elevato livello tecnologico.

 

A livello numerico, il sistema del Comune è già stato “implementato al massimo”, spiega Di Palma, per cui si potrebbe arrivare tutt’al più a 330 occhi. Ma la tendenza è un’altra: “Ormai in Europa si tende a uscire dal sistema delle videocamere in disponibilità delle amministrazioni. Se andate a Londra hanno circa 20.000 videocamere, di cui quelle a disposizione diretta della struttura di Polizia sono 100-150”, spiega il comandante.
Per Di Palma occorre andare in questa direzione. “So che ci sono progetti di Ascom e della Camera commercio- dice- affinchè i privati, coadiuvati da una rete che garantisca loro che le videocamere sono contemplate in protocolli per la tutela della privacy, le mettono a disposizione nella logica del ‘Tutela me e tutela tè”. Insomma, conclude Di Palma, “gli investimenti giusti non sono aumentare le telecamere” e l’obiettivo è “averne fra qualche anno 180-200 di alta qualità e circa 500-1.000 censite nel territorio”.

 

Fonte Dire