Bologna, 3 ottobre 2012 - Erano specializzati in rapine in banca a Bologna (guarda il video): dopo aver effettuato meticolosi sopralluoghi e pianificato ogni minimo dettaglio, entravano negli istituti di credito usando un piede di porco. La Polizia ha smantellato la banda facente capo a William Santagata, elemento di spicco dell’omonima famiglia di rapinatori attiva nel quartiere ‘Pilastro’ di Bologna. Sono stati effettuati sei arresti (sfoglia i dettagli dell'operazione). Durante l’operazione sono state effettuate anche perquisizioni che hanno portato al sequestro di moto di grossa cilindrata risultate rubate, passamontagna, arnesi atti allo scasso e anche una pistola con matricola abrasa e relative munizioni (guarda il video: la pianificazione delle rapine). 

Il gruppo individuato dalla Squadra Mobile agiva scassinando la porta d’accesso delle banche a ridosso dell’orario di chiusura, quando viene ricaricato il bancomat, per poi minacciare i dipendenti e farsi consegnare il denaro. Tre fino ad ora i colpi che vengono attribuiti al gruppo. Gli arresti, anche con le accuse a vario titolo oltre che delle tre rapine di riciclaggio di moto rubate e detenzione abusiva di un’arma, sono stati eseguiti nei giorni scorsi e gia’ convalidati. 

 

Il suo nome è alla ribalta della cronaca da anni, soprattutto da quando fu arrestato, insieme ai fratelli, per gli omicidi della banda della Uno bianca a cui era estraneo. Ma quella di William Santagata non è certo una vita senza macchia, tanto che è stato arrestato venerdì (l’ultima volta fu nel 2004) con l’accusa di essere a capo di cinque persone col ‘vizietto’ delle rapine in banca. Tra queste c’è anche Massimiliano Bozza, capo ultrà del Bologna del gruppo “Beata gioventù”. è talmente tifoso, Bozza, classe ‘70, che quando i rossoblù giocavano la banda si ‘riposava’. E domenica in curva “Beata gioventù” ha esposto uno striscione significativo: “Massi tieni duro”.

 

I dettagli dell’operazione “Abate” (in onore di Giuseppe Abate, poliziotto recentemente scomparso) sono stati illustrati alla stampa dal capo della Squadra Mobile, Pietro Morelli e dal dirigente delle sezioni Criminalita’ diffusa e antirapine, Davide Corazzini. Le indagini, coordinate dal pm Domenico Ambrosino, prendono il via a fine giugno, quando le rapine in banca col piede di porco subiscono un’impennata. La tecnica è sempre la stessa: i malviventi fanno irruzione quando la banca sta per chiudere e un impiegato si appresta a caricare la cassa del bancomat. è quello infatti il bottino a cui mirano Santagata e soci. Le modalità delle rapine fanno subito capire agli inquirenti che si tratta di professionisti.

 

Cominciano gli appostamenti degli agenti che portano anche a individuare il ‘covo’, in via Larga, in cui la banda nasconde le moto che usa per i colpi (complessivamente ne sono state sequestrate sei), le tute per cammuffarsi e un revolver con 23 cartucce. I sei vengono anche ripresi con le telecamere in un bar di periferia che frequentano assiduamente per mettere a punto i colpi sorseggiando una birra.

 

Tra agosto e settembre, la banda guidata da Santagata (era lui che decideva dove e quando colpire, e il ruolo di ognuno) mette a segno una rapina che frutta 90.000 euro e ne tenta altre due, questa volta senza successo. Le banche prese di mira si trovano tutte nella stessa zona: due in via Emilia Levante e una in via Bellaria. è proprio in via Bellaria, il 28 settembre, che i malviventi tentano il colpo che sara’ per loro fatale: i sei vengono tutti arrestati in flagranza di reato con le accuse di associazione a delinquere, due rapine tentate e una consumata, detenzione di arma clandestina, riciclaggio e ricettazione.

 

Oltre a Santagata e Bozza le manette scattano per Mirco Paccagnini (del ‘64), Claudio Mantuano (del ‘67), Loris Donzella (del ‘76) e Matteo Godena (del ‘78). A Paccagnini e Godena sono stati concessi gli arresti domiciliari, mentre per gli altri quattro si sono aperte le porte della Dozza. Soddisfatto il questore, Vincenzo Stingone: “Sara’ una legnata dopo l’altra. Noi andiamo avanti”, commenta.