Bologna, 9 novembre 2012 - «Mai più in fiera a Bologna». Ha lo sguardo serio Giancarlo Pongibove quando racconta l’odissea che ha vissuto. Operatori del mondo dell’agricoltura in uscita dall’Eima – la Fiera delle macchine agricole e del giardinaggio in programma fino a domani in Fiera (guarda le foto) - hanno dovuto sorbirsi una camera a gas di tre ore prima di rimettersi in viaggio (guarda le foto).

L’impresa, per tutti, è stato uscire dal parcheggio multipiano di via Michelino: una bolgia di automobili ferme con il motore acceso sulle rampe, il fracasso di clacson e i frequenti accenni di nervosismo. Ore 20,45: le ultime auto guadagnano lentamente l’uscita: «Noi abbiamo rinunciato subito – spiega suo figlio Federico -. Visto l’andazzo ci siamo infilati in macchina, abbiamo chiuso i finestrini e abbiamo provato a dormire». La loro avventura, però, era cominciata molto prima: «La prima fila c’è stata al mattino. Abbiamo impiegato quasi più tempo per parcheggiare che non per arrivare dalla Liguria fino a qui» considera Giancarlo.

Il loro giro tra gli stand è durato quattro ore: «Alle cinque abbiamo provato ad andare via ma il parcheggio era già completamente bloccato. Allora siamo tornati dentro, ma un’ora dopo gli stand hanno cominciato a chiudere. Così, dalle sei alle otto e mezza, non ci è rimasto che dormire in auto». A interrogare le facce stanche degli altri automobilisti, la musica non cambia. La maggior parte dei visitatori viene dal Veneto, e in dialetto lancia improperi al vetriolo quando gli chiediamo il tempo d’attesa. La media è di almeno di due ore. E c’è chi la prende con filosofia. Come il gruppo di romani bloccati un pulman. Musica ad alto volume e cori da stadio. «Volare non si può: non ci resta che cantare».

Simone Arminio