Bologna, 10 novembre 2012 - Benedetto XVI ha nominato presidente della Pontificia Accademia di Latinità , istituita oggi, il professor Ivano Dionigi, attuale rettore dell’Università di Bologna e insigne latinista. Lo affiancherà nell’incarico, quale segretario della Fondazione, il salesiano don Roberto Spataro.

 

Secondo il Papa, nella cultura di oggi “si riscontra un rinnovato interesse per la cultura e la lingua latina, non solo in quei Continenti che hanno le proprie radici culturali nell’eredità greco-romana”. E “tale attenzione non coinvolge solo ambienti accademici ed istituzionali, ma riguarda anche giovani e studiosi provenienti da Nazioni e tradizioni assai diverse”.

 

Riconoscenza, gratificazione e anche un po’ di preoccupazione, perchè deve dimostrarsi “adeguato e fedele al ruolo”. Ma Ivano Dionigi, rettore dell’Alma Mater di Bologna, è soprattutto “sereno” per la nomina, decisa oggi da Papa Benedetto XVI, a presidente della neonata Accademia pontificia per la latinità. In fondo, “dovrei nuotare in acque note”, sottolinea Dionigi, lui che è professore di letteratura latina e allievo del famoso Alfonso Traina. L’insediamento, in Vaticano, è in programma per il prossimo 21 novembre. La guida dell’Accademia pontificia per la latinità è “in continuità con il mio mestiere e con il mio incarico attuale- sostiene il rettore dell’Alma Mater- non c’è collisione”. In entrambi i ruoli “posso giovare alla causa”, ovvero “continuare nell’opera di promozione culturale in un Paese sempre piu’ anoressico dal punto di vista scientifico e umanistico”.

 

In questo momento, racconta Dionigi, “si mescolano in me tanti sentimenti. Prima di tutto la riconoscenza e la gratificazione per questa nomina”, soprattutto se si guarda “da chi proviene” questo riconoscimento. Il rettore confessa anche un po’ di “preoccupazione, per dimostrarsi adeguato e fedele al ruolo”. Ma soprattutto, aggiunge, “sento anche un senso di serenità in positivo, perchè per me è come un ritorno a casa”. In fondo, sottolinea Dionigi, “la mia prima natura è quella dello studioso: si è rettori pro tempore ma professori in eternum, soprattutto se si è professori dell’Alma Mater”.

 

Riguardo al suo nuovo compito di guidare la Pontificia Accademia per la latinità, Dionigi ha già le idee chiare. Due sono le “linee d’azione” da intraprendere fin da subito, a partire dalla “promozione della conoscenza e dello studio della lingua latina in tutti i luoghi di formazione ecclesiatici e nei seminari: i sacerdoti non possono non conoscere il latino”. E poi, spiega Dionigi, “voglio creare un ponte con la cultura laica, con l’Università in primo luogo: un ponte tra la cultura classica e quella moderna, tra la cultura pagana e quella cristiana”.
A capo dell’Accademia pontificia per la latinità, insomma, “si possono fare cose preziose- afferma il rettore- ma non bisogna esporsi al ridicolo. Io sto con Elliot, quando dice che il latino e il greco sono lingue morte ed è inutile pretendere che si torni a parlarle. Dobbiamo pero’ capitalizzare al meglio l’eredità che ci lasciano e che rappresenta la metà delle nostre radici culturali”, le quali sono a cavallo tra “Roma, Atene e Gerusalemme”, chiosa Dionigi.